UNA TRACCIA
PER UNA VITA DI FEDE
da Camminiamo Insieme
- anno 29, n.11 del 13/11/2011
"Come mi
trovo davanti a Dio?". Questo interrogativo di Lutero, Benedetto XVI lo ripropone
nel suo viaggio in Germania, parlando ai rappresentanti della Chiesa Evangelica.
Travolto da una società che si esprime come se Dio non esistesse, finisco
anch'io per confinarlo tra le mura della chiesa per poi vivere, sì con una
certa moralità, ma non con quella fede che, radicata nell'intimò, porta con
Cristo il Dio vivente nei vari ambienti. Ho bisogno di questa relazione con
Dio, lo esige il mio spirito che è aperto all'infinito. Posso però richiudermi
nella stanza di un "io" sempre più esigente di potere, piacere, benessere
individuale. La fede non è frutto di un autoconvincimento, ma fondamento su
cui costruire. Facciamo nostra l'invocazione di Salomone che il Papa colloca
nel suo discorso al parlamento tedesco: "concedi al tuo servo un cuore docile
perché sappia rendere giustizia al suo popolo e sappia distinguere il bene
dal male". Questo cuore docile non è altro che la coscienza, la legge scritta
nell'intimo di ogni uomo per distinguere il bene dal male. La cronaca di ogni
giorno, nonostante il progresso tecnologico e gli sforzi umani, ci avvolge
di una tenebra sempre più fitta, al punto da non vedere una luce che orienti
il cammino. E' un attimo perdersi e cadere. "Cari amici, è sempre il Papa,
Cristo non si interessa tanto a quante volte nella vita vacilliamo e cadiamo,
bensì a quante noi, con il suo aiuto, ci rialziamo. Non esige azioni straordinarie,
ma vuole che la sua luce splenda in voi. Abbiate il coraggio di impegnare
le vostre doti, perché il Signore illumini il buio". Questa disponibilità
è stata decisiva per uomini e donne che riconosciamo Santi proprio perché
non si sono lasciati vincere dal buio, ma hanno proposto il Cristo luce che
bruciava in loro. Hanno offerto nel loro tempo e al loro prossimo quell'esperienza
della bontà di Dio che la cronaca nera continuamente nega. La loro vita essendo
proposta continua di benevolenza e fraternità, parlava in modo semplice, silenzioso
ma fedele e costante di un Amore che nessuna malvagità può cancellare. In
determinate circostanze, segnate da particolare negatività, viene voglia di
decidere per soluzioni che costringono tutti ad un vivere più ordinato. Ma
"Dio rispetta la nostra libertà, non ci costringe. Egli attende il nostro
sì". La frase, detta nella Messa a Friburgo il 25 settembre, è stata ripresa
da tutta la stampa. "Agnostici che, a motivo della questione di Dio non trovano
pace, persone che soffrono a causa dei loro peccati e hanno desiderio di un
cuore puro, sono più vicini al Regno di Dio di quanto lo siano i fedeli di
"ruotine" che nella Chiesa vedono ormai soltanto un apparato, senza che il
loro cuore sia toccato dalla fede". Nessuno può pensare di credere da solo.
Devo la mia fede a coloro che mi sono stati vicini e lo sono ancora. "Questo
"con" senza il quale non può esserci alcuna fede, è la Chiesa. Se ci apriamo
a tutta la fede, in tutta la storia e nelle sue testimonianze in tutta la
Chiesa, allora la fede cattolica ha un futuro come forza pubblica".
don Piergiorgio