DALLA
PARTE DI...
da Camminiamo Insieme
- anno 28, n.22 del 30/01/2011
di Don Piergiorgio Solbiati
Parlando
con i fidanzati trovo naturale chiedere se tengono, se stanno dalla parte,
se tifano per la famiglia. Con occhi belli, luminosi e chiari già affermano,
prima che esca la voce. E' importante partire con una simile determinazione.
Su questo ponevo l'accento, incontrando giovani coppie di sposi, che non solo
hanno a cuore la loro famiglia, ma avvertono il bisogno di fare gruppo familiare.
E' il primo importante passo per stare dalla parte della famiglia. E' sentire
la responsabilità di un buon esito non solo per sé ma anche per altri. E'
uno spazio e un tempo segnato non da altre cose da fare, ma dalla gratuità.
E' avere a cuore la famiglia. E' la proposta che la Chiesa rivolge agli sposi.
Un tempo era la società a sostenere la famiglia perché l'avvertiva come la
cellula di base per un buon stare insieme nella città. Oggi stampa e televisione,
dibattiti e stili di vita puntano sulla realizzazione individuale, ponendo
tra parentesi o ignorando le responsabi Iità. Le decorazioni delle navate
laterali della Prepositurale offrono visivamente e immediatamente in che consistono
queste scelte di vita individualistica. Le corone d'alloro, segno di vittoria
e successo, circondano cornucopie, armature, fiaccole. Un lJalese invito a
ricercare nell'amore (fiamma), forza (armi), abbondanza di beni (cornucopia),
la riuscita, il successo. E' decisivo sacrificare ciò che ritarda, appesantisce,
rimanda, distoglie dall'obiettivo della realizzazione. E' gesto indilazionabile.'
Oggi nuovi idoli seducono con un'insistenza martellante: crescita econo- mica
ad oltranza; culto della giovinezza, non importano più le stagioni della vita;
informatizzazione di tutti i possibili dati che possono essere utili; l'esclusione
di Dio. A fronte di questa onnipresente idolatria che trova nella famiglia
un impedimento, c'è la proposta cristiana. Sempre nel cielo delle nostre navatelle
la corona di alloro evidenzia con simboli i vari Sacramenti: presenza di Cristo
che opera e vive con noi per la nostra salvezza. A questi si aggiungono altri
simboli. La croce, il luogo in cui Cristo riporta la vittoria sull'io per
farci uscire dalla schiavitù nei confronti di idoli che seducono e portano
poi alla rovina. Non possiamo ignorare nella proposta cristiana, il ruolo
del Magistero (tiara, pastorale) come aiuto nel discernere le fedeltà indispensabili
per essere di Cristo. Il volto di Cristo richiama ad una trasparenza che permetta
di andare al di là dei vari tratti somatici e cogliere la sua luce in ogni
persona. Le tavole della Legge sono chiaro richiamo ad una moralità precisa
e decisa già nell'Antico Testamento e ricollocata da Gesù nell'itinerario
di chi lo vuole seguire. E' un altro panorama. Gesù con la sua Parola e presenza
nell'Eucaristia ci guida. Scopriamo che lungo questa strada già molti si sono
incamminati ed hanno lasciato segni della loro vita evangelica. Alcuni sposi,
con la loro vita santa, cioè diversa da quella mondana, ci parlano della famiglia
e della ricchezza spirituale e morale che essa presenta. La concretezza cristiana
punta sulla famiglia anche perché Dio Padre per donare a tutti Gesù, suo Figlio,
ha voluto che nascesse e crescesse fino a trent'anni nella famiglia di Giuseppe
e Maria a Nazaret.
don Piergiorgio