LA PORTA E IL CUORE

da Camminiamo Insieme - anno 28, n.12 del 14/11/2010

di Don Piergiorgio Solbiati

 

Anche la porta di una chiesa ha bisogno di qualche attenzione. Tolta la vernice scura su quelle della Prepositurale, restaurato il portone del Carmihe, anche S. Pietro e S. Giuseppe possono affrontare sole e pioggia. Mi soffermo ad osservare il buon lavoro e vado oltre.

Nella Bibbia, trovo l'importanza delle porte di Gerusalemme, al rientro dall'esilio a Babilonia. Esdra con il popolo ripristina le mura e posiziona le porte per garantire la sicurezza nei confronti dei nemici. Gesù a volte lascia la Città alla sera, prima che si chiudano le porte, per incontrare la porta spalancata di Betania. Qui non ci sono sentinelle, ma il calore di una casa dove l'accoglienza è legge d'amore. . Il Cantico dei Cantici potrebbe anche essere definito il libro della porta. Passa l'amato del cuore, bussa, l'amata si alza e, per quanto acceleri i passi, apre ma lui non c'è più. A che serve chiudere la porta? Anche se è notte, lascia la sicurezza della casa per cercarlo. Quella porta può solo chiudersi sulla loro intimità. L'entusiasmo delta festa per il figlio, tornato a casa dopo il fallimento di un sogno, indispone il fratello maggiore che non vuole partecipare. Il padre esce per ricucire una familiarità. Porta che si chiude per non far entrare o si apre sono gesti che si incontrano nel Vangelo e nel quotidiano. Sono ancora davanti al portone della Prepositurale. Mi volto a guardare le nostre porte. Negozi e ristoranti con la porta aperta, quasi un invito ad entrare. Un giorno ho trovato un biglietto con questo breve testo: "anche se è una vita che non entro in una chiesa, la porta spalancata è stata un invito". Quanti con dedizione ammirevole curano le nostre chiese, fanno notare che entra la polvere, il rumore. Hanno ragione. "Ianua patet sed magis cor", "la porta è·aperta ma ancor più il cuore".Ci sono a portata di occhio anche le nostre case con citofoni, telecamere, campanelli a custodire una importante privacy. Inizia il pellegrinaggio serale che noi sacerdoti in Avvento compiremo passando di casa in casa. Le vostre porte si apriranno. Già ci sentiamo avvolti dalla luce e dal calore della vostra casa. Venialno nel nome del Signore. Portiamo la sua benedizione. La sosta anche se breve offra lo spazio per una preghiera insieme. La porta sarà accostata, quasi a trattenere questo incontro che non potrà rinnovarsi ogni sera. C'è un'intimità cercata anche da Gesù e bene espressa in un testo liturgico: "entrerò da te e chiusa la porta ceneremo insieme", Il sacerdote ha posto il segno della presenza del Signore, a te il compito di mantenerlo con la preghiera e il comando evangelico: amatevi come io vi ho amato.

Quando uscirai, forte dell'esperienza della tua buona vita familiare, in te rimarrà la luce, anche se fuori c'è il buio.

don Piergiorgio


Torna alla pagina iniziale