UN AMEN CORALE

da Camminiamo Insieme - anno 28, n.10 del 31/10/2010

di Don Piergiorgio Solbiati

 

Le feste dei Santi e dei morti portano con sé piccoli riti che si trasmettono di padre in figlio e si collocano accanto alle celebrazioni liturgiche. Alle spalle dell'antica parrocchiale di San Pietro si sviluppa dal secolo diciannovesimo il cimitero. Nei "Sepolcri" Ugo Foscolo reagisce all'editto napoleonico che vieta la tumulazione nelle chiese. Da noi sia l'antica parrocchiale che il Carmine e San Giuseppe conservano alcune lapidi sepolcrali.Se da un lato la pietà per i defunti li voleva accomunati ai vivi nella celebrazione Eucaristica, non doveva certo essere igenica questa continuità. Soprattutto in epoca di contagio i muri venivano trattati con pesanti tinteggiature a calce che coprivano gli affreschi spesso commissionati per il ricordo dei propri defunti. Il nostro comunitario passaggio in cimitero, sia nel pomeriggio dei Santi che alla sera della festa dell'Assunta, vuole richiamare il nostro assere Chiesa che riunisce sia noi pellegrini su questa terra, sia 'quanti sono presso il Signore o in attesa di questo incontro. Suggestiva diventa, sotto questo aspetto ecclesiale, la decorazione della Prepositurale. Mi riferisco a quel susseguirsi di rose nel cielo della navata e dei transetti e al meraviglioso ritmo ascensionale della cupola che conduce all'Agnello della vetrata. E' chiaro il riferimento al libro dell'Apocalisse 5, 6-8. 10-12: "Poi vidi ritto in mezzo al trono circondato dai quattro esseri viventi e dai vegliardi un Agnello, come immolato .... E l'Agnello giunse e prese il libro dalla destra di Colui che era seduto sul trono. E quando l'ebbe preso, i quattro esseri viventi e i ventiquattro vegliardi si prostrarono davanti all'Agnello ... Durante la visione poi intesi voci di molti angeli intorno al trono e agli esseri viventi e ai vegliardi. Il loro numero era miriadi di miriadi e migliaia di migliaia e dicevano a gran voce: "L'Agnello che fu immolato è degno di ricevere potenza e ricchezza, sapienza e forza, onore, gloria e benedizione". Se ora osserviamo la decorazione che ci sovrasta troviamo gli elementi descritti dall'Apocalisse. L'Agnello sta seduto sul libro della storia sigillato con sette sigilli che lui solo può aprire. E' immagine di Cristo, Signore. I quattro esseri viventi sono gli evangelisti, opera del pittore Casnedi, con accanto i simboli: per Marco il leone, Matteo l'angelo, Luca il bue, Giovanni l'aquila. Proprio le miriadi di esseri viventi che si stringono intorno all'Agnello sono raffigurati in quelle "rose" inserite in un ottagono. E' il simbolo dell'ottavo giorno in cui inizia la nuova creazione ed è anche il primo giorno dopo il sabato in cui Cristo è Risorto. Tutti partecipano alla vita nella casa del Padre per i meriti della morte e risurrezione di Cristo. Ritrovarci ogni domenica è non solo celebrare il giorno del Signore, ma anche pregustare la gioia del cielo nell'ottavo giorno definitivo senza fine. Durante la preghiera Eucaristica vi sarete accorti che vengono illuminate la cupola e la volta della navata. E' infatti il momento in cui Cristo Risorto, Signore della storia, raduna attorno vivi e defunti, Santi e peccatori per la lode al Padre. Forse ci sfugge il movimento ascensionale che il sacerdote simboleggia alzando l'ostia consacrata e il calice con le parole "per Cristo, con Cristo e in Cristo a Te Dio Padre onnipotente". Siamo tutti un meraviglioso e ininterrotto Amen, un "sì" che non può solo uscir:e dalla bocca, ma da tutto il nostro essere.

don Piergiorgio

 


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