L'AMICIZIA PER VINCERE L'EGOISMO SOCIALE

da Camminiamo Insieme - anno 27, n.7 del 11/10/2009

di Don Piergiorgio Solbiati

 

 

Il guaio dell'uomo moderno è di essere un soggetto debole che cerca protezione con una rete di assicurazioni, privilegi, diritti e anche doveri tesi a garantire la sua individualità. La riduzione del bene comune al mio benessere è immediata, la reazione di chiusura verso chi vuole spartire qualcosa e non rientra nella limitata sfera di interessi è dovuta perché avvertita come un attentato.

Provate in famiglia ad attuare un piccolo esperimento. Papà dà 20 euro a tuo figlio e mostra i 20 euro che tieni per te. Poi chiedi che cosa propone per utilizzare i 40 euro messi in comune. Sarà vicino o lontano dall'indicare il coinvolgimento della mamma e sorella o penserà solo a se stesso?

Forse sarà facile concludere sono miei questi 20 euro, ne faccio quello che voglio!

Un esperimento che conferma che ciò che conta è il benessere individuale e non quello familiare.

Anche nell'ambito dell'amicizia si verifica una pratica utilitaristica, legata al sentimento, al piacere di stare insieme. L'amicizia invece, intesa come virtù, tira fuori l'eccellenza dell'uomo che si perfeziona nell'incontro con gli altri.

E' per questo che i cittadini di una stessa città devono essere amici nel senso che tutti cooperano al bene comune. La nostra città conosce tanti aspetti di autentica collaborazione, ma non mancano i rigurgiti individualistici.

Come parrocchia stiamo compiendo alcune scelte significative. La scuola materna e il nido sono collegati alla fognatura e non si avvalgono più di biologiche per scaricare poi nel valleggio che scende nel lago.

Alla scuola elementare e media un impianto fotovoltaico è un altro contributo. Stiamo attendendo che i Beni Culturali della Lombardia diano l'autorizzazione per ridare una praticabilità al vasto complesso che sta tra piazza San Francesco e via Pellegrini. Potremmo continuare con il tentativo di eliminare o ridurre le barriere architettoniche. Certamente possiamo migliorare e sono grato per i suggerimenti e gli aiuti. Se non collaboro, qualcuno dovrà sostituirmi per coprire la mia inadempienza.

Siccome la miglior difesa è l'attacco, l'individualista, non tollerando di essere richiamato perché chiuso nella sua sfera di interessi, sarà sempre pronto a gettare veleni su tutti. Ne esce un quadro che a livello giornalistico finisce per essere delirante.

Il tessuto di una città che si avvia a determinare la squadra dei nuovi amministratori non può nella sua fragilità essere lacerato da attacchi e polemiche tese a squalificare l'avversario.

La ricerca del bene comune, se compiuta in clima di amicizia, non a livello di pacche sulle spalle, sarà l'auspicio più forte per una buona collaborazione tra amministratori e amici che non sono in giunta ma che sono solidali e costruttivi anche nella critica.

Nel nostro essere cristiani bisogna ritrovare che seguire Gesù è imparare di nuovo e sempre ad essere fedeli, prudenti, capaci di gratuità e creatività nel dono perseverante di sé.

Questo non è solo nostro impegno ma certezza che lo Spirito che ha animato Gesù continua a promuovere me e chi vive attorno a me.

don Piergiorgio

 


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