D_U_E_G_A_L_L_I _IN_U_N_P_O_L_L_A_I_O
da Camminiamo Insieme - anno
27, n.19 del 17/01/2010
di Don Piergiorgio Solbiati

E' un detto che risulterà strano a chi non ha familiarità
con il mondo agricolo. La massaia starà ben attenta a non mettere due galli
con le galline, ma uno solo. Diversamente saranno lotte all'ultima piuma.
Ovviamente non è in campo solo la questione sessuale, ma ogni aspetto della
vita e in una scuola, in un ambiente di lavoro non possono convivere due che
vogliono primeggiare. Anche in una città, in vista del rinnovo dell'amministrazione,
saranno le urne a decidere tra i diversi candidati sindaco. Già nella composizione
delle liste occorrerà compiere un vero e saggio discernimento per candidare
persone che sappiano servire, nel migliore dei modi, la città e i suoi cittadini.
Siccome il giudizio è troppo spesso influenzato da tanti fattori
che spaziano dall'amicizia al favore, dalla conoscenza alla pressione esercitata
dai più svariati supporter, si finisce per trascurare le idee, i valori, la
capacità di far lavorare insieme, ma i voti che un candidato può portare.
E' un po' come dire che non si può campare d'aria, ma che la
concretezza fa la possibilità di successo. Non si calcola che quelle preferenze
avranno un .~._ peso, si bada alla riuscita.
Nel mondo animale per essere incontrastato signore, si sostengono
lotte con i rivali, qui tutto sembra muoversi con delle battute, ma al fondo
tutto è nelle mani di chi ti sostiene con la sua forza. Idee e valori, incontri
e scontri, dibattiti e confronti lasciano il posto a cene e "santini" che
sono poi biglietti con i nomi dei candidati. Sembra che la "cosa" per eccellenza
sia il riuscire ad arrivare ad essere eletto. Poi? Succede come per tanti
sposi che si ritrovano con un bel bambino ma non sono preparati per essere
genitori. O meglio non faranno mancare niente, accudiranno in ogni modo il
loro piccolo senza però donare se stessi, essendo presenti nel processo di
crescita. Il termine "amministratore" è per questo fuorviante. Corre il rischio
di insinuare che basta gestire la cosa pubblica. Invece occorre avere un sogno,
un progetto per la città e lavorarci coinvolgendo tutti. Se sarà vero, utile
e bello anche gli avversari non potranno fare altro che collaborare. Il sogno,
il progetto si delinea, proprio per una forte ca_pacità di leggere la città
con i suoi problemi, le sue attese, il suo futuro, i suoi cittadini, le sue
istituzioni e strutture. A me compete pregare perché le persone che si candida
no, compiano questo alto gesto di disponibilità per il bene della città e
non per una riuscita o soddisfazione personale. Avverrà inevitabilmente se
il lavoro di squadra di una giunta produrrà quello che oggi serve per garantire
un volto dignitoso e attuale capace di rispondere alle esigenze di ogni cittadino
che deve sentirsi accompagnato ad avere una città a misura d'uomo.
Ma quando una città è a misura d'uomo?
Ne parlerò sul prossimo numero
don Piergiorgio