L'ONDA DEI RICORDI

da Camminiamo Insieme - anno 27, n.18 del 10/01/2010

di Don Piergiorgio Solbiati

 

 

Non ho ancora ripreso gli orari d'ufficio. Le ore serali, con il buio che rapisce gli ultimi brandelli di luce, sono più raccolte. I ricordi si affollano e chiedono sempre maggiore spazio. Questa intimità mi piace. Per un mese sono uscito passando di casa in casa per la benedizione delle famiglie

. Ho incontrato l'intimità di una casa, di una famiglia o di una persona sola. La preghiera e, nel breve ascolto, l'affiorare di un intreccio di situazioni, fatti, emozioni. Spesso mi sono state indicate foto, oggetti, angoli frequentati da chi ora non c'è più. Mi sono sentito privilegiato perché accolto in una casa ordinata, atteso e desiderato. Confesso che il momento più duro è lasciare la propria casa.

Poi è caldo avventurarsi per vicoli e scale, senza avvertire lo scorrere del tempo, trascorrere di casa in casa. Ora, pur stando alla scrivania, la mente ritorna ad incontrare volti che raccomando al Signore.

Ho portato Gesù anche ad un centinaio di infermi a casa, ho celebrato la messa nel nuovo reparto di riabilitazione con malati bloccati sulle carrozzine, quasi si aggrappavano alla tovaglia dell'altare.

A Fonteviva e al Mons. Comi sono passato a salutare tutti. Lascio l'im- magine del Natale e non mi sembra per niente irriverente raccomandare di stare come Gesù in braccio a Maria. Nostalgia della madre anche nelle parole non facili da capire di chi vuoi parlare nonostante l'ossigeno.

Anche l'abbondante nevicata e l'inesistente pioggia pretendono spazio, poi tiro un respiro di sollievo perché la strada per salire ad Armio è pulita. Arrivo anche in anticipo per la messa della vigilia di Natale alle 21.30. La gente onora la nascita di Gesù con canti, presepe e una bella comunione. Quando ad ottobre avevo detto che don Maurizio avrebbe lasciato per essere parroco a Limbiate, mi aveva toccato il cuore quel: "non ci abbandoni". Ora mi fa tenerezza ascoltare che Natale è diverso senza parroco. L'ho pensato anch'io, per questo ci sono andato e ho capito cosa vuoi dire il sacerdote in una comunità.

Sempre commuovente è la luce dell'albero e del presepe in Chiesa quando la cantoria esplode nel "Gloria a Dio nell'alto dei cieli". Se la frequenza alle quattro messe della vigilia è scontata con il pieno delle chiese, a sorpresa anche il giorno di Natale trovo tanta gente raccolta e desiderosa di pregare.

Il vescovo ha invitato tutti i decanati a produrre una carta di comunione per la missione, un progetto pastorale per tutto il nostro territorio. Non importano le fatiche natalizie, conta la gioia di poter sostare con persone giovani e adulte sia nel pomeriggio di domenica 27 dicembre che il mattino seguente.

Mi fermo a custodire questo respiro di sollievo, mentre riascolto il desiderio di non avere paura di Cristo, come ci ha spesso esortato Papa Giovanni Paolo Il, perché rivela l'uomo all'uomo.

Il silenzio della sera è rotto dal passaggio di un'auto, ma posso ancora sostare un poco con i ricordi e poi il trillo del telefono mi ricolloca nel tempo.

don Piergiorgio

 


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