NEL CREATO
da Camminiamo Insieme - anno
27, n.13 del 22/11/2009
di Don Piergiorgio Solbiati

Un rustico, una
stalla, una baita stanno nel prato orlato dal bosco con naturalezza, senza
violenza. La piccola edicola o cappella raccontano una religiosità che ti
propone una sosta. La sorgente allunga la sua acqua su un tronco scavato per
riporla all'interno di una vasca e la senti "pura e casta". Le case di un
paese si stringono l'una all'altra con improvvise strettoie che spingono oltre.
L'opera umana da sempre si intreccia con la natura e trasmette una cultura.
Ora non si parla più di usi e costumi di una comunità, tutto si è uniformato.
Portare in sé uno
sguardo sulla natura intesa come creato o frutto del caso, penso sia diverso.
Lo testimonia l'ambiente che ci sta attorno e che ho proposto all'inizio.
Il Creatore dispiega la sua forza e innocenza, maestà e semplicità, intelligenza
e spontaneità, verità e libertà. Capisco poeti e musicisti, pittori e santi,
artigiani e contadini, li avverto in sintonia con il creato. Hanno un'ecologia
umana che sa arginare il pericolo, cogliere il frutto, venerando la pianta
perché fruttifichi ancora. Vedo gli altri trascorrere in campagna o in città
da padroni, tutto è lì per loro ma non se ne accorgono perché catturati dalle
chiacchiere o dalla musica ficcata nel cranio da un auricolare. L'ambiente
interessa solo per i vantaggi economici. Se tutto è frutto del caso, questi
ha voluto per me un'eredità che altri hanno realizzato ed ora ne faccio quello
che voglio. L'enciclica che da settimane prendiamo come riferimento al n.
48 suggerisce "il tema dello sviluppo è oggi fortemente collegato anche ai
doveri che nascono dal rapporto dell'uomo con l'ambiente naturale. Questo
è stato donato da Dio a tutti e il suo uso rappresenta per noi una responsabilità
verso i poveri, le generazioni future e l'umanità intera".
Un ambiente bello,
pulito, semplice, ordinato è espressione di chi lo gestisce e nello stesso
tempo educa. Mentre il distratto, trasandato, superficiale, fracassone, volgare
non solo rende simile a sé un ambiente ma influisce negativamente. Urgono
nuovi stili di vita che non piovono dal cielo ma chiedono di essere introdotti
da scelte capaci di favorirli superando o ignorando quanto ha già deturpato
altri territori. L'attenzione e la premura verso la natura intesa come creato
non può seguire solo istanze ecologiste che poi dimenticano che anche la vita
umana fa parte della natura e del creato. Sempre la nostra enciclica al n.
51 "E' una contraddizione chiedere alle numerose generazioni il rispetto dell'ambiente
naturale, quando l'educazione e le leggi non le aiutano a rispettare se stesse.
Il libro della natura è uno e indivisi bile sul versante dell'ambiente, come
sul versante della vita, sessualità, matrimonio, famiglia, relazioni sociali,
in una parola dello sviluppo integrale dell'uomo".
La verità e l'amore
che il creato ci presenta non si possono produrre ma solo accogliere, riconoscendo
nel Creatore la loro fonte ultima che è appunto verità e Amore. Ecco ciò che
mi precede e mi costituisce e nello stesso tempo mi indica il bene, la via
del vero sviluppo, della responsabilità e solidarietà. Perché tarparci le
ali per razzolare in un cortile zeppo di cose abbandonate ed estranee alla
nostra vita, capaci solo di essere motivo per un riparo momentaneo, per un
nascondino, per finire sotto i nostri piedi con l'illusione di essere più
elevati. Il Creatore ci ha donato un ambiente per la comprensione del mondo
e del valore della nostra esistenza.
don Piergiorgio