TRA TANTE NOTIZIE

da Camminiamo Insieme - anno 26, n.8 del 19/10/2008

di Don Piergiorgio Solbiati

 

Nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme a Roma, è iniziata la maratona biblica con una lettura senza soste, per giorni e giorni. Riascolto con emozione il brano del diluvio. Con l'emozione per parole così antiche. Si afferma in me lo sgomento, per un diluvio metaforico, che riempie di pesanti notizie il giornale. L'onda pesante della crisi finanziaria dell'America con una corsa veritginosa ha toccato tutto il mondo. Gli inviti alla calma e alla prudenza per non essere colti dal panico, le rassicurazioni sulla stabilità di questa o l'altra banca, si sommano a evidenti crolli, a pericolosi scricchiolii, a interventi di salvataggio all'ultimo istante. Ora si invocano regole, si ricorre ad una parola fino a poco tempo fa bandita o ignorata: etica. Si tocca con mano la sensazione che la fatica di una vita, dedicata al risparmio, possa essere vanificata dalla spregiudicatezza di pochi. La violenza si abbatte con la forza di un uragano in tante parti del mondo fino a registrare stragi o conflitti continui, attentati dinamitardi in cui sono coinvolti passanti, repressioni intese a garantire omertà. Sia per la finanza che per la violenza si tenta di arginare con fiumi di denaro, con impiego di forze dell'ordine, con processi che si prolungano oltre ogni limite. Anche la scuola, luogo di formazione della futura società, incontra difficoltà enormi ad avviare una riforma da tutti invocata, ma sistematica- mente boicottata da reazioni urlate, evidenti strumentalizzazioni, annose questioni mai risolte e continuamente sventolate. A fronte di questo diluvio occorre ritrovare l'arca con cui affrontare l'emergenza che ormai è diventata parola da applicare a tutto: emergenza educativa, finanziaria e sociale. Un'arca in cui convivere, ben coscienti che il diluvio ha cambiato il modo di vita sulla terra. All'interno dell'arca le relazioni tra persone non devono risentire di una carenza di etica. Se ciascuno pensa di essere centro del mondo e che tutto si debba riferire alla propria individualità dimentica che o ci si salva insieme o si finisce insieme. Dio indica l'arca come luogo in cui ricreare un mondo nuovo visto che il precedente è finito distrutto. Certamente l'esperienza di relazioni nuove deve espandersi e non essere solo funzionale per superare i momenti di crisi. Forse è il caso di accorgersi che, pretendere di vivere come se Dio non esistesse, porta a conseguenze quali quelle che ci stanno sotto gli occhi. Il Papa, aprendo i lavori del Sinodo dei Vescovi, ha affermato che solo la Parola di Dio è solida, mentre i soldi scompaiono. Torni presto la colomba con il ramoscello d'ulivo, non per una convivenza qualsiasi, ma per una vita sulla terra che conosca l'urgenza di accogliere che il cielo non è avverso all'uomo ma continua a donarci Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo, la Parola giusta e vera.

don giorgio

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