PERCHÈ CREDO IN
DIO
da Camminiamo Insieme - anno
26, n.24 del 15/02/2009
di Don Piergiorgio Solbiati

Sulla mia carta
di identità alla voce professione c'è sacerdote, cioè uomo del sacro, uomo
di Dio. Quindi come porto l'auto dal meccanico, o cerco un avvocato per una
questione, vengono da me per, il bisogno di Dio. Uno per compiere la sua professione
si confronta, verifica, si aggiorna, coglie i risultati, soprattutto deve
credere nel proprio lavoro. A questo punto mi esamino. Mi accorgo di compiere
con passione la mia vita sacerdotale, ma: perchè credo in Dio? Un meccanico,
un avvocato si affida alla conoscenza e all'esperienza della propria materia.
Certamente anch'io ho sostenuto lunghi anni di studi teologici, ancora cerco
di studiare. Sempre più mi accorgo che non è questione di sapere bene, quanto
di vivere questo tu per tu con Dio. Sono nato in una famiglia cristiana che
mi ha accompagnato nella crescita, offrendomi come riferimento costante l'amore
dei miei genitori, l'inserimento in una buona realtà di quartiere dove accanto
alla scuola da frequentare, ogni giorno, c'era la chiesa con la messa domenicale.
Le radici della mia esistenza affondano nel terreno italiano, segnato dalla
forte presenza cristiana. C'erano tante persone, con le più svariate professioni,
a cui potevo guardare. La conoscenza dei sacerdoti del mio quartiere mi ha
fatto aderire alla proposta di entrare in Seminario. Lì o arrivi a farti familiare
questo Dio o non reggi ad una vita che è fortemente strutturata non solo per
qualche anno, come può esserlo in un collegio, ma per sempre. E' stato come
per i discepoli di Gesù che lo seguono, mantenendo le proprie idee, per arrivare,
dopo tanta frequenza, a lasciare i propri obbiettivi e mete per fidarsi a
poco a poco dei suoi. ' Uscire dal Seminario e andare nel mondo mi ha reso
sicuro di essere cercato da ragazzi, giovani e adulti. Parecchie volte mi
sono chiesto ilperchè di questo. Ho trovato la risposta nel Vangelo: "Gesù
passava facendo del bene e sanando". Penso che la conferma di Dio mi arrivi
anche dall'attenzione, dall'ascolto che offro alla vita di chi mi passa accanto.
Se rileggo poi la mia storia mi accorgo di essere passato attraverso prove,
difficoltà, momenti bui in cui a ben poco servivano i ragionamenti. Diventava
decisivo quel "continua ad avere fede", "non avere paura". Mi sgomenta il
male nel mondo, però ceréo di tenere presente l'invito di Madre Teresa di
Calcutta ad "essere una goccia d'acqua pulita in un mare di fango". Ritrovo
estremamente vero il detto "fa più rumore una quercia che cade di una foresta
che cresce" e mi sento partecipe di questa foresta. Rimango sempre in cammino
verso Dio con la compagnia di Gesù. Sempre più lo sento Padre, anche per l'aiuto
di tanti che mi sono fratelli nella stessa fiducia in Cristo.
don Piergiorgio