C'E' DA IMPARARE

da Camminiamo Insieme - anno 25, n.44 del 06/07/2008

di Don Piergiorgio Solbiati

 

Sono sempre presi da cento cose, non hanno tempo per niente, indaffarati trovano modo di lamentarsi per tutto, oberati da impegni importanti non si acccorgono di piccole attenzioni. Lavorano ma lo fanno pesare, sono bravi ma occorre riconoscerlo sempre, non dimenticano nulla, ma guai se qualcuno lascia qualcosa. Per grazia di Dio ci sono anche coloro che ti danno tempo e attenzione, guardano con speranza il mondo e la Chiesa. Rendono partecipi gli altri di un buon risultato, sapendo riconoscere un lavoro di squadra. Ti dicono sì già con gli occhi suggerendo fiducia e confidenza. Hanno impegni, ma lasciano intendere che in un sacco di grano ci sta ancora tanto miglio. Non hanno le spalle grosse, in realtà hanno un cuore grande. Passano sopra le mancanze, suppliscono ai ritardi, incoraggiano i principianti. Sono soddisfatti di vedere la gente contenta, non cercano il classico pelo nell'uovo. Cercano di cogliere le scelte degli altri e se non le comprendono chiedono in modo intelligente spiegazioni. Portano i pesi di altri e camminano spediti. Godono delle realizzazioni altrui, le sostengono e promuovono. Ridimensionano se stessi, hanno il senso del limite e non ritengono inutile stare sulla soglia. Potrebbero praticare corsie preferenziali, sollecitare appoggi, avvantaggiarsi per le conoscenze. Rimangono in paziente attesa, alle pretese dei furbi sanno con calma indicare le regole. Nascondono la stanchezza dietro un sorriso mentre negli occhi traspare una luce di intesa. Non lasciano passare l'acqua sotto i ponti perchè ogni problema chiede e deve avere una soluzione. I bambini li vedono, comprendono, si avvicinano, familiarizzano perchè non c'è superiorità. Comprendono le fatiche e il lavoro degli altri, mentre per il proprio nutrono un forte senso del dovere perchè il denaro costa fatica guadagnarlo. Difendono le cause dei deboli con naturalezza, sollecitano e richiamano pigri e profittatori. Passano rasente ai muri delle case per non apparire o importunare, salutano con cordialità senza attardarsi in chiacchiere. Condividono la sofferenza, gioiscono per i buoni risultati o le affermazioni di altri. Mi chiedo, dove trovano la forza? Hanno alle spalle genitori ed educatori saggi e prudenti. Frequentano tutti, ma imparano dai testimoni. Iniziano la giornata accogliendola come un dono e la terminano rendendo grazie. Si pongono davanti ad uno specchio per addolcire i tratti del viso, liberando la mente e il cuore dalle negatività. Stanno davanti al Signore per deporre gli inevitabili sassi, per allargare gli orizzonti e tutti portare sulle proprie braccia davanti all'Onnipotente. Ogni domenica ascoltano la Parola di Dio e la custodiscono nel cuore come grande e importante riferimento. C'è gente che vive così in ogni ambiente e con ogni persona perchè non cessano di ripetere: Gesù mite e umile di cuore, rendi il mio cuore come il tuo.

don giorgio

Archivio


Torna alla pagina iniziale