ADULTI DA RICORDARE
da Camminiamo Insieme - anno
25, n.20 del 20/01/2008
di Don Piergiorgio Solbiati

La festa di Don
Bosco, tanto importante per l'azione educativa, che continua tra noi per l'opera
delle Figlie di Maria Ausiliatrice, chiede una verifica. Il preside dell'Istituto
Parrocchiale ci colloca, con un suo intervento in seconda pagina, in un contesto
socio-culturale che chiede particolari premure formative. Se educare significa
trarre fuori dal ragazzo le potenzialità da lui possedute e metterle in azione,
formare è avere un obbiettivo da raggiungere, cioè dare una forma, un volto,
fare una persona. Va da sé che le due azioni, quella educativa e formativa,
debbono procedere insieme per l'opera attenta dell'adulto a cui sono affidati
i ragazzi. Sono datate le sconsolate considerazioni di insegnanti che, al
primo trimestre, lodano le generazioni passate, penalizzando le presenti;
di genitori che considerano la maturità del primo figlio, mentre sottolineano
le fragilità dell'altro; di allenatori, e si potrebbe continuare. Come per
una statua il materiale è sempre lo stesso, così per la formazione di una
persona si parte sempre da un infante. Certamente i tempi sono cambiati e
i condizionamenti dei mass media e di uno stile di vita sono forti, ma le
potenzialità offerte da nuove tecniche e dal tenore di vita potrebbero offrire
anche dei vantaggi. Già a questo livello si commettono scelte rischiose. Si
compera un computer, si colloca in camera un televisore, si acquistano video
giochi senza preoccuparsi di insegnare come attuare ricerche, scegliere programmi,
orientare desideri. Pensare che a tutto questo debba provvedere la scuola,
è assurdo. Né si risolve il problema riempiendo all'inverosimile il tempo
del ragazzo con una pazzesca rocambola di attività. In tutto si ricerca la
qualità e ben sappiamo che ha un prezzo, occorre pagarlo, non si può recriminare
e basta. L'incubo "spazzatura" non riguarda solo la raccolta, ma la vita stessa.
Ricordo il mio percorso scolastico elementare, dopo la guerra con tante difficoltà.
I miei genitori, senza mezzi termini, mi hanno affiancato chi mi poteva aiutare
anche d'estate perché arrivare allora alla scuola media non era certo cosa
agevole. Da tempo si cerca di evitare parole ritenute brutte, impronunciabili
come selezione, merito, livelli di valutazione, etichettare, ghettizzare...
per poi essere inevitabilmente ritenuti incapaci dalla società. La qualità
non è una dotazione di serie, è un optional che costa fatica perché ha un
prezzo. Ogni adulto è chiamato a pensarsi come educatore e formatore, con
la propria vita che, comunque, incide sempre in bene o in male. Nel restauro
della chiesa di San Pietro in Campagna sono intervenuti diversi operatori,
dal manovale al professionista, e ciascuno con senso di responsabilità e competenza
ha dato la propria opera, offrendo alla fine un buon restauro. A maggior ragione
nella formazione di un ragazzo. Ci sono ancora delle ottime personalità nel
mondo giovanile e se osservi attentamente vi trovi i segni di un buon accompagnamento
sempre più discreto fino ad un'autonomia che lascia ben sperare perché le
scelte e le decisioni non saranno frutto di improvvisazione, umore, moda,
ma in fedeltà a quanto appreso. Non vogliamo essere adulti riconosciuti solo
nelle foto di circostanza, ma persone ricordate nei momenti piccoli e grandi
della vita.
don giorgio