da Camminiamo Insieme - anno 24,
n.8 del 22/10/2006
Papa Giovanni Paolo II diceva "Non abbiate paura di Cristo,
perché Cristo rivela l'uomo all'uomo". Ecco, Dio ha bisogno degli uomini ma
l'uomo non si deve insuperbire, non si deve riempire di orgoglio, il profeta
Isaia dice: può una sega vantarsi perché sta tagliando il legno, vantarsi
di quello che compie, della sua forza? Non siamo strumenti passivi nelle mani
di Dio, dobbiamo essere degli strumenti che si mettono a disposizione con
amore, con generosità, si consegnano e dicono sì.
Questo è gesto di fede: aiutami a compiere la tua opera. Sia
il momento della preghiera sia la celebrazione della Messa mi porti a dire:
Signore, aiutami a capire che se vado avanti stringendo i denti, se vado avanti
a forza di muscoli, se vado avanti a forza di parole, di raccomandazioni,
non combino niente, continuo a imporre me stesso. Signore, allora ti prego
di far entrare dentro di me la tua pace, e poi con questa pace donami di essere
strumento della tua pace.
Era quello che San Francesco pregava: dove c'è odio che io
porti l'amore. Ma ci pensiamo? Dove c'è odio noi tante volte cosa facciamo?
Mettiamo tanta recriminazione, mettiamo tanta ribellione, mettiamo tanta reazione.
Fa' di me lo strumento della tua pace. Dove c'è offesa che io porti perdono.
Questo è essere strumento. Allora, non sono più colui che vuole regolare i
conti con gli altri in nome di una presunta giustizia. Sono colui che porta
nel mondo come Gesù il dono di Dio, la sua pace e il suo amore.
Un po' tutti abbiamo a che fare con un prossimo che può essere
simpatico o antipatico, invadente, indifferente, tollerante, assolutamente
incapace di sopportare il minimo disagio.
Che volto hanno queste persone? Il volto del vicino di casa,
della persona che incontri per strada. Può essere la nuora o la suocera, il
genero, oppure il cugino.
Insomma, c'è sempre chi ci crea problemi. Tutti vorremmo vivere
in pace, tutti vorremmo avere persone che ci lasciano stare. Guarda che il
prossimo non è solamente da sopportare ma è da vedere anche in questo senso:
il Signore mi vuole ridimensionare. Questa è la prima considerazione. La terapia
è una terapia pesante. L'avere delle persone moleste vicino è pesante, però
può servire per ridimensionarci nelle nostre prese di posizione, nel nostro
modo di fare, nel nostro modo di trattare.
E il Signore ci dice: guarda che questo è il momento in cui
devi attuare il vangelo. Devi viverlo. Devi dare la buona notizia. Se il vangelo
ti chiede di fare un miglio con lui, tu fanne anche due: vinci la sua pesantezza
con una grande generosità.
Questi contrasti popolano la mente di un'infinità di ragionamenti,
di un'infinità di prese di posizione, di un'infinità di lamenti. Così cosa
produci? Quando succede di avere la testa popolata da queste negatività sii
pronto a dire subito un'Ave Maria e poi aggiungi "Regina della pace prega
per me". Perché sto rendendo arido il mio cuore, gretto il mio animo. Da ultimo,
in questi momenti difficili, sarà importante invocare "Signore, aiutami a
non essere un peso per gli altri, ad essere sempre portato dalla tua pace
e dal tuo amore".