da Camminiamo Insieme - anno 24,
n.3 del 17/9/2006
Non ricordo quando
e perché sono uscito dal rappresentarmi l'umanità dispiegata in schieramenti
contrapposti: buoni e cattivi, onesti e disonesti, intelligenti e ignoranti,
educati e maleducati, cristiani e atei, lontani e vicini, tristi e contenti,
pigri e impegnati, timidi e aperti, socievoli e isolati, amici e nemici...
Forse deve essere stato quando mi hanno fatto notare che in un quadro ci sono
ombre e luci e dall'intelligente distribuzione può nascere il capolavoro.
Mi hanno aiutato, già in tempi remoti, i quadri del Caravaggio dove questo
gioco di chiari e scuri arriva a grandi suggestioni. Nella mia storia convivono
difetti e pregi che, come i chiari-scuri in un'opera d'arte, chiedono di essere
ben collocati. O meglio per non ricadere nel negativo e positivo contrapposti,
il difetto non è poi vizio né il pregio proprio virtù. Mi spiego. La pigrizia
non è una buona compagnia perché porta a rimandare scelte e decisioni, ma
anche non è da meno scatenarmi per arrivare a tutti e a tutto. Sto provando
che un po' di calma mi giova e mi fa incontrare i fatti quotidiani con una
luminosità che emerge pure da ciò che mi infastidisce e potrebbe ingenerare
ritardi e inadempienze. Non è certo facile giocare su un tale equilibrio,
senza scadere nel banale e senza lasciarsi trasportare da un opportunismo
pericoloso. Stiamo arrivando alla costituzione del nuovo Consiglio Pastorale
Parrocchiale e già mi pare di ascoltare tante recriminazioni sul tempo, capacità,
rimando ad altri impegnati... Proprio sul termine "impegnati" voglio fissare
l'attenzione. Definiamo impegnata una persona, piena di zelo, pronta e disponibile.
E siamo subito a delineare un volto che non tiene conto delle inevitabili
povertà che ciascuno porta con sé e che sono anche delle importanti risorse.
Ho bisogno di avere al mio fianco persone normali che non si sentono già arrivate,
esperte, perché finiscono per entrare in quella situazione di contrapposizione
che non può generare il Corpo di Cristo. La Chiesa è santa nel capo, peccatrice
nelle membra che siamo noi e proprio questa compresenza è motivo di vita nuova,
che, per chi lo desidera, rende simile a Cristo. Porto con me la nostalgia
di un cuore puro come acqua di sorgente. Quando inizia la sua avventura come
ruscello, poi torrente e infine fiume non è più pura e pulita però ha dissetato
terra, animali, uomini, si è resa utile in tutti i modi. Il grande mare la
accoglierà e l'avvolgerà nel suo azzurro. A vivere ci si sporcheranno le mani,
rimanga generoso il cuore. Con fiducia i giovani e gli adulti che hanno a
cuore l'affermarsi di questa vita nuova dicano la propria disponibilità a
consigliarmi perché il Regno di Dio si affermi sempre più in noi e nella città.
Certo siamo piccola cosa, ci conforta però la possibilità di essere piccolo
fermento capace di rivitalizzare la pasta.