A FURIA DI NOVITÀ

da Camminiamo Insieme - anno 24, n.27 del 11/3/2007

 

 

La donna di Samaria come ci è presentata dal vangelo di domenica scorsa, ha cercato la novità come momento che fa vibrare di vita e impallidire ogni altra situazione. Gioca in favore di questa novità, cambiando ben cinque uomini, li prende come mariti, ma l'ultimo è solo un convivente. Siamo davanti ad un "mordi e fuggì" per celebrare la novità senza lasciarsi catturare dalla frequenza che chiude all'interno dell'abitudine. Quando una persona ha fatto propria questa cultura, questa visione e pratica della vita non si lascia più incantare da alcuna altra proposta, per lei ormai è calato il sipario. Di fronte ad una persona consumata da tentativi, Gesù riapre un contatto per strappare una esistenza dal baratro del già visto, fatto, provato, tentato. Ho incontrato tante persone che si sono arrese, hanno fatto naufragio, si sono sentite messe a scacco matto senza possibilità di mossa. Li ho visti chiudersi, arrabbiarsi, prendersela con tizio e caio o con il mondo intero. Li ho sentiti pieni di rammarico e rimpianto, a volte segnati dall'odio o dall'indifferenza. Li ho incontrati e sembravano sonnambuli con le parole di ieri, i pensieri di sempre, i passi nella stessa direzione. Mi sono, come Gesù, seduto accanto, ho camminato e parlato, li ho ascoltati. Eppure qualche volta è successo che non una novità qualsiasi ma la novità che è Gesù li coinvolgesse fino a scuo-terli e a ridestarli, a volte fino a ridare volto nuovo a tutta una esistenza che sembrava finita. Cosa significa che Gesù diventa la novità che fa impallidire ogni altra incombente presenza? a esprimere un aiuto, chi ti dice: Nell'alta marea della rabbia o dell'indifferenza a tutto, uno incontra chi l'ascolta, chi regge all'onda d'urto senza scomporsi, chi rilancia una compagnia, chi accoglie il pianto, chi ti da una mano, chi richiama, chi insegna a guardare il cielo e il sole, chi ti indica il passo per un impegno, chi ti offre spazio per agire, chi crede nelle tue risorse, chi ti incoraggia alzati e cammina. Il Figlio di Dio è già passato su questa terra con parole e gesti, presenza e vicinanza, tenerezza e forza e ora attende che noi gli offriamo parole e mani, cuore e mente, passi e sguardi perché la novità abbia la meglio e faccia impallidire anche le più nere previsioni, i più cupi propositi, le più angosciate prospettive. Anche Gesù aveva fame e sete, era stanco, aveva altro da fare, doveva stare con i suoi discepoli, ma quella volta e tante altre, fece di nuovo brillare un po' di luce per chi si sentiva al buio e finito. Capisco quanta sofferenza ci fosse in Lui quando vedeva persone come "pecore senza pastore". Gesù, sei troppo presente per dimenticarti.

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