da Camminiamo Insieme - anno 24,
n.22 del 4/2/2007
Neanche a farlo
apposta succede che il 18 gennaio 1907 Monsignor Gerolamo Comi doni un edificio
ed una consistente somma per garantire ai poveri vecchi del luinese un ricovero
dove chiudere i propri giorni. Cento anni dopo, proprio il 18 gennaio 2007,
inizia l'attività l'Asilo Nido "I Felicissimi", promosso dalla Parrocchia
di Luino. Questo servizio si affianca alla Scuola Materna, Elementare e Media
così da offrire un accompagnamento da zero a quattordici anni. Chi crede in
Gesù non può fare a meno di credere ed impegnarsi a vivere e a promuovere
la vita dall'inizio al termine.
A volte mi coinvolgono
in discussioni sugli inizi della vita o sull'esito finale. Sempre la mente
trascorre lungo i secoli a contemplare le provvidenziali ruote dei monasteri,
pronte ad accogliere una vita abbandonata nel suo sorgere e accolta da donne
consacrate che non avranno figli propri ma cresceranno bimbi che i genitori
non riescono ad accogliere. Non sono stati sempre luoghi esemplari, ma orfanotrofi
e collegi hanno scolarizzato, inserito nella società una schiera di persone.
San Giovanni Bosco, ma si potrebbero ricordare tanti santi, ha scelto l'educazione
dei giovani come campo di servizio che continua ancora dopo secoli. Quando
re e principi mandavano in guerra uomini o con tasse impossibili affa mavano
donne e bimbi, c'era chi in nome della sua fede riscattava prigionieri dalle
galere, provvedeva di dote fanciulle senza arte né parte, sfamava, si prendeva
carico di ammalati e infermi in ospedali e provve deva a ridare serenità di
spirito. Le varie istituzioni portano con sé gli inevitabili limiti e contraddizioni.
Però chi crede non si è fermato a considerazioni, analisi, constatazioni,
ha operato in favore della vita e continua a farlo. L'obbiettivo è sempre
quello. E' rinchiuso nelle prime invocazioni del Padre Nostro, la preghiera
che Gesù ci ha insegnato e che continua ad essere inquietante e stimolante
per chi sta in compagnia e dalla parte di questo Gesù che è venuto perché
ogni uomo abbia la vita e in abbondanza. Con Gesù ogni piccolo cristiano porta
l'urgenza di affermare che il nome di Dio è Amore e non c'è odio o indifferenza
che, con il gelo o furore, possa eliminarlo.
Chi crede e segue
Gesù non si arrende a individualismi o relativismi perché sa che così c'è
il regno della violenza e sopraffazione, inganno e ingiustizia, si apre invece
al confronto e al dialogo, collabora e partecipa, riconosce il bene e lo persegue.
Sa di essere limitato e fragile, di avere orgoglio e testardaggine da vendere,
di conoscere suscettibilità e permalosità, di essere invischiato in meschinità
e invidie. Ha però il coraggio di fermarsi in preghiera e di chiedere: sia
fatta la tua volontà e tentare di praticarla appunto impegnandosi in favore
della vita. Questo è il suo piccolo merito: credere ed impegnarsi per la vita,
non importa di chi, importa che comunque è vita affidata alle sue mani e al
suo cuore. Non ci sarà legge o pressione che riuscirà a fermare chi ha il
culto della vita e della famiglia perché la vuole, accoglie, promuove, custodisce,
incoraggia, riscalda, testimonia.
Ogni giorno ripete
il gesto, siglato dalla Genesi, con queste parole: "per questo l'uomo lascerà
suo padre e sua madre e i due saranno una sola vita".
Da secoli questo
sacro incontro si ripete, si rinnova e troverà sempre nuove adesioni.
Lasciamo ad altri
di starsene sazi di benessere, a noi la gioia di dare a noi e agli altri un
po' di vita buona.