C'È PERCHÉ OPERA

da Camminiamo Insieme - anno 24, n.12 del 19/11/2006

 

 

Quando leggo nel Vangelol'ammonimento "non passate di casa in casa"mi viene immediato ricordare la benedizione natalizia delle case. Forse è anche per questo che la chiamiamo "benedizione della famiglia". Rimane però nel pensare ed esprimersi comune: benedizione della casa. L'invito del vangelo è chiaramente inteso a scoraggiare un trascorrere di ambiente in ambiente per vivere in un luogo che permetta una certa familiarità.

Per noi oggi è una visita alle famiglie della città per ritornare ben stanchi ma sereni. La stanchezza fisica è nel conto, con quel salire e scendere. Rimane una serenità a volte offuscata dalle difficoltà di alcune situazioni. C'è la bontà di un incontro che lascia un po' di fiducia e speranza.

Noi sacerdoti riceviamo molto da questi pur veloci incontri. Ci offrite l'opportunità di sentirci segno di Cristo buon pastore che vuole conoscere, ascoltare e chiamare alla sequela le sue pecore.

La conoscenza migliore nasce dall'amore perché non è intesa a fissare statistiche ma vuole sostare con premura a condividere gioie e problemi, attese e soddisfazioni, riunendo tutti in una preghiera semplice e breve, invito per altre soste familiari che si riveleranno opportunità per uno stare in- sieme sempre più ricco di speranza e crescita.

In preparazione alla visita del sacerdote è chiesto un momento di ascolto di piccoli brani, presi dai discorsi del Papa a Verona in occasione del Convegno Ecclesiale. E' l'altro momento da sperimentare in famiglia, ricercando un comune ascolto per una comunicazione poi dell'eco che quello scritto ha suscitato nell'animo di ciascuno. Quello che si è compreso e comunicato chiede poi di essere praticato. E' la "sequela" il seguire Cristo che ci ha chia- mato a ripresentare nel quotidiano la sua presenza attraverso la nostra vita.

Nella catechesi, che sto proponendo sui primi undici capitoli della Genesi, e che sarà motivo di incontro per i Gruppi di ascolto, si comprende che la Parola di Dio crea a partire dal vuoto, pone ordine nel caos primordiale, fa splendere la luce per superare il buio.

Ci sono spaccati di vita familiare che chiedono di arrivare, a poco a poco, a quella serenità condivisa che ha bisogno di soste per l'ascolto, la comunicazione e l'intesa.

Il piccolo gesto della visita del sacerdote porta la pace e la benedizione del Signore che è importante mantenere.

Se ci fai caso gli incontri con il Signore nei sacramenti sono con elementi di poca importanza: un poco d'acqua per il battesimo, un pezzo di pane per l'Eucaristia... proprio per dire che la forza non è nella cosa in sé o nella bravura del sacerdote, ma è nella presenza del Signore che torna ad operare tra noi perché in noi ci sia la vita.

don giorgio

Archivio


Torna alla pagina iniziale