
II ritorno al quotidiano è segnato da abitudine e ripetitività che, se da un lato, rendono più agevole il muoversi tra situazioni e ambienti, per l'altro portano ad agire come automi. Nell'intervista rilasciata da Benedetto XVI alla stampa tedesca, c'è un'immagine che rende bene questa situazione. Confronta la bottiglia d'acqua da stappare, sempre a portata di mano, con la dimenticata sorgente a cui non si ritorna più per tanti motivi.
In questo quotidiano c'è una ricchezza ignorata perché sepolta dalle macerie della monotonia.
Al rientro dal meritato riposo ti presento l'obbiettivo che insieme vogliamo raggiungere: ritrovare il valore, il perché, il significato di tanto fare, parlare, frequentare. La diocesi indica la famiglia, come attenzione per il prossimo anno. Guardiamo il volto dei nostri cari, andiamo oltre i lineamenti per cogliere la storia con i suoi innumerevoli risvolti, troppo spesso ignorati.
Lavoro e scuola sono pronti ad assorbire tanta parte della giornata che non può trovare riscontro solo in un buon risultato di stipendio o di pagella. Crescere in capacità e competenza, disponibilità e accoglienza sono alcune tra le diverse opportunità che renderanno più interessante e significativa la nostra attività. Al fondo è ancora il mio essere che si rinnova a portare bene-essere, diversamente il male-essere continuerà ad avere ampio spazio in noi.
La conversione non inizia mai da progetti onnicomprensivi, ma da piccole decisioni. Ne voglio formulare alcune frutto di esperienza anche se non sempre concretizzate con costanza. Il tono della voce come pure il suo volume sono importanti per un incontro, scongiurando uno scontro. Sto tentando di sciogliere ogni nodo e tensione, arrivando un po' di tempo prima in chiesa. Poi celebro un po' più pacato e avverto se i presenti sono carichi di tensione da accelerazioni, rallentamenti, voce forte. Qualcuno potrà dire che queste sono banalità. Invece il nostro stile di vita potrebbe trovare un'inversione di rotta, proprio a partire dalla preghiera. Decidere di ritmare la giornata con benefiche pause, capaci di far riprendere coscienza; soffermarsi un istante sullo zerbino di casa per eliminare la tensione, magari con un profondo respiro o un'invocazione; disintossicare la inente da pensieri carichi di tormento e negatività, sono alcuni spunti per il mio ricupero quotidiano. Le parole sono solo parole, se le ripeto senza averne capito il significato. E' apertura della mente scoprire una parola al punto da cullarla, vederla crescere e affermarsi proprio come avviene per la vita. Ma dove sono le grandi scelte pastorali, i programmi per una comunità cristiana, il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale: qui siamo ancora...?
Tutto il vangelo sta a dimostrare che il regno di Dio avviene perché finalmente nel cuore è germogliata una cordialità, nello sguardo una luce, sulle labbra una parola vera e buona, mentre i piedi cercano l'appuntamento e la mano si apre per stringersi in solidarietà. Ci saranno ovviamente proposte per dare un volto alla comunità: formeremo il Consiglio Pastorale Parrocchiale, chiederemo disponibilità e partecipazione ma con al fondo quel decisivo: "da questo riconosceranno che siete miei discepoli, dall'amore che avrete l'uno per l'altro".
don giorgio