UN INCONTRO BUONO
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.40 del 11 giugno 2006
II priore del monastero di Pradecolo mi telefona per dirmi
che il Cardinale Carlo Maria Martini è loro ospite e desidera incontrarmi.
Scelgo di salire subito, dopo aver ricevuto l'ultima persona
nell'orario di ufficio. Arrivo a cena quasi ultimata e poi il Cardinale mi
rende partecipe della sua nuova condizione di vita tra Gerusalemme e Roma
con la compagnia del Parkinson che, a suo dire, gli riserva momenti off e
on.
Ricorda le sue passeggiate sul Lema e le promesse, non mantenute,
di un invito per una camminata insieme; il giorno della posa della prima pietra
di questo monastero; la cordialità del commiato ai sacerdoti e paesi del decanato.
Lo seguo con particolare affetto, lo vedo immutato nel volto,
mentre tiene tra le mani il bastone a cui si appoggia e commenta di averlo
reso ben visibile anche nei trasferimenti per le congregazioni dei cardinali
prima del conclave.
Ora è il tempo del "bosco", secondo un detto indiano, cioè
l'incontro con la solitudine, dopo il tempo della folla di persone e di impegni.
Un incontro sempre precario a causa della salute, ma non vuoto o disordinato.
Il ritmo della giornata è segnato dalla preghiera di intercessione
per parrocchie e sacerdoti della diocesi, dallo studio dei testi biblici,
dagli incontri con persone, da salutari brevi passeggiate nell'amata Gerusalemme.
Lo stile distinto rimane anche se punteggiato da qualche amena annotazione
che manifesta un'umanità vigile e attenta nel cogliere tratti simpatici, pur
tra solenni e paludate circostanze.
Lo ascolto e osservo, mi chiedo quanta sofferenza ci possa
essere in un animo che continuamente si scontra con il limite.
Arriva a proposito l'altro aspetto del detto indiano in cui
oltre il bosco, c'è "il mendicante" cioè colui che ha bisogno di tutto.
Anche per lui è arrivato lo smarrimento legato al dover dipendere
per bisogni compiuti senza pensarci.
Lo interpreta e lo motiva con la frase del vangelo che Gesù
rivolge a Pietro: "un giorno un altro ti cingerà e ti condurrà dove tu non
vuoi".
Per ogni spostamento o per una breve passeggiata, per sbrigare
la corrispondenza e per una qualsiasi necessità c'è bisogno di aiuto, di tempi
più lunghi, di incertezze da superare. Tutto questo non blocca o turba più
di tanto al punto che al mio invito di venire a Luino per una celebrazione
mi raccomanda di scrivergli e ancora più di andarlo a trovare a Gerusalemme.
Non solo non nasconde la propria infermità, la supera senza
timore del pubblico e la colloca come una presenza da accogliere, come stadio
in cui può avvenire la tanto desiderata santificazione.
Lo saluto verso le 22 e mentre scendo, calmo e pacato, per
i numerosi tornanti, chiedo al Signore quella pace che Lui dona e che il nostro
Cardinal Martini in semplicità ci ha presentato.
don giorgio