AVVICINATEVI A LUI

da Camminiamo Insieme - anno 23, n.35 del 7 maggio 2006

Scrivo, a voi ragazzi e ragazze della prima comunione, tra una confessione e l'altra proprio nel giorno in cui Gesù nell'ultima cena, non solo ai discepoli di allora, ma anche per noi ripete "questo è il mio corpo". Sappiamo tutti quanto sia bello avere qualcuno vicino: genitori, insegnanti, amici, compagni di studio e di gioco. A chi si avvicina non possiamo rispondere allontanandoci, un simile atteggiamento significherebbe rifiuto.

Ho colto questo rammarico in una mamma che, vedendo il desiderio del figlio di incontrare Gesù nella messa della prima comunione, ha cercato di non fuggire più ma di avvicinarsi a Gesù nella confessione. Adesso mi racconta la gioia di potersi veramente unire al cammino del figlio.

A noi sacerdoti è dato non solo di essere vicino a Gesù al punto da agire in suo nome, ma anche di vedere tante persone cercare la sua vicinanza. Che cosa li chiama a Gesù? Se pesco tra i miei ricordi vicini o lontani trovo le situazioni più diverse e strane, addirittura opposte.

C'è chi con la perdita di una persona cara si ridesta alla fede e chi invece abbandona ogni pratica religiosa. Trovo persone che a Lourdes o a S. Giovanni Rotondo, a Fatima o a Medjugorie avvertono il bisogno di cambiare vita e chi vi vede una sorta di folclore religioso. Ci sono persone assillate da dubbi sull'esistenza di Dio e chi vive immerso in Lui, come noi siamo avvolti dall'aria. Molti l'hanno incontrato per la serenità, l'impegno, l'amabilità di alcuni cristiani e altri si sono allontanati perché colpiti da comportamenti cattivi da parte di credenti.

Bernardo Provenzano, nella sua clandestinità possedeva un certo numero di Bibbie, immagini di santi, corone di Rosario ma certamente il Signore non gli era vicino, o meglio, era pronto ad avvicinarsi a condizione di pentirsi e cambiare vita. E' quindi possibile avere sulle labbra tante preghiere, ma in realtà essere lontani da Dio. Che cosa produce questa vicinanza di Gesù? E' possibile capirlo attraverso tanti segni.

Alle tante persone che mi dicono la loro ira nei confronti degli assassini del piccolo Tommaso, ho risposto che una simile indignazione è giusta e umana, ma non produce altro che tristezza e angoscia, mentre a me gli occhi del piccolo Tommaso hanno permesso di leggervi la grazia di Dio.

Anche negli occhi di donne adulte o anziane ho visto la stessa luce e pace: erano suore di clausura che si sono avvicinate a Gesù con tutta la loro unica vita. Si legge la grazia di Dio negli occhi perché Gesù dona la pace a chi si lascia avvicinare. Ora tocca a te, mio piccolo e caro ragazzo o ragazza.

Vivi questo giorno come tantissime persone lo ricordano.

Non mancare agli appuntamenti con Lui nella messa, al catechismo, nella confessione e comunione, nel bene che puoi compiere come anche nelle persone che ti stanno vicine. Gesù non è una sorta di amico invisibile con cui parlare, ma una presenza che dona quel qualcosa che può capire solo chi cammina alla ricerca dell'Amore.

don giorgio

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