AL DI LA DI UN "MI PIACE"
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.33 del 23 aprile 2006
Normalmente affascinato dalla potenza, forza e bellezza del
Cristo risorto, mi ritrovo smarrito, confuso, spiazzato davanti alla formella
di Paolo Delle Monache.
A prima vista lo collochi tra i collages devozionali, puerili,
incapaci di generare una reazione positiva, un solo apprezzamento.
Ancora una volta mi costringo a sostare davanti a questa formella,
salgo sulla sedia per favorire il contatto.
Tocco e mi accorgo che è sonante terracotta.
Ci vuole tempo per placare la tempesta delle reazioni e finalmente
quell'insieme a poco a poco mi introduce in un nuovo mondo.
Mi aiuta proprio quell'oro.
All'inizio mi provocava, ora mi invita ad entrare nel mondo
di Dio in pienezza e a leggere il suo passaggio tra noi in quelle mani d'uomo
che non hanno più rilievo, non operano più, sono scavate, orlate d'oro e porgono
quel cuore: "Dio ha tanto amato il mondo da dare suo Figlio".
Quel cuore è l'amore di Cristo fedele ogni giorno nel suo compito
di mostrare che l'Amore c'è e ha ricevuto la testimonianza suprema del sangue.
L'arco azzurro separa, meglio fa entrare in comunicazione
con il mondo di Dio, reso presente dalla mano che parla della Trinità.
Le tre dita, non scavate, sono in rilievo, vive e capaci ancora
di dare la vita divina portata dai raggi del sole, decisi ad arrivare in ogni
casa per riempirla di luce e calore.
La grazia di Dio è proprio come il sole che il Padre fa giungere
sul campo del giusto e del malvagio.
C'è amore in quella luce, e vuole giungere al cuore per renderlo
capace di vincere la morte.
Il piccolo, rosso, graffiato, ma non scavato Gesù è sulla via
del ritorno al Padre.
Porta con sé i segni di una umanità che arriva a sacrificarsi
per convincere ogni persona a credere nell'amore.
Solo simbolismo privo di tecnica, solo devozione senza genialità,
solo veloce esecuzione senza fatica?
Non lo penso. La semplicità, l'ingenuità della composizione
favorisce l'incontro con un'intuizione che porta lontano, senza il blocco
davanti alla curata bellezza delle forme.
Mi ritraggo da questa formella e siedo sulla panca con una
pace e serenità che mi sorprende e mi porta a poco a poco a quelle parole
di Gesù: "Io sono con voi sino alla fine del mondo".
Non mi ritrovo con un mi piace, con una soddisfazione estetica
o sorpreso per la capacità espressiva.
Non c'è stupore, c'è solo un po' più di vita che mi sollecita
ad essere come uno che "crede all'amore".
don giorgio