DI EMERGENZA IN EMERGENZA
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.30 del 2 aprile 2006
Non è mai finita con l'emergenza che va prevista, a cui occorre
rispondere con appositi piani di sicurezza, non ci si può arrangiare, bisogna
istruire il personale, attrezzare secondo la normativa gli ambienti, predisporre
esercitazioni. Non solo ci è imposto di prepararci all'emergenza, ma noi stessi
desideriamo assumere ogni precauzione.
Gli eventi inattesi e pericolosi non si verificano solo sul
piano fisico ma anche a livello spirituale. Mi spiego con alcuni esempi: un'incomprensione,
dimenticanza, tono di voce, disordine, atteggiamento... sono presenti in ogni
giornata e suscitano reazioni, stati d'animo, sentimenti che influiscono sulla
nostra vita e la trasformano da serena e calma in irrequieta e tesa.
Ci sono emergenze che insorgono contro di noi e da cui urge
difendersi. C'è l'emergenza delle notizie del telegiornale che arrivano con
violenza a reclamare attenzione, presa di coscienza, aiuto. Si inaugurano
così delle giornate sotto il segno della tensione perché non si sa che fare,
come offrire un contributo per una soluzione di problemi che spesso sono ben
al di là delle nostre capacità. Ancora c'è l'emergenza che riguarda la salute
nostra e dei nostri cari, le prese di posizione o le scelte di altri, le provocazioni...
L'ampio campo di emergenze quotidiane ci trova impreparati, senza fiato e
risorse, senza allenamento e indicazioni.
Anche Gesù tante volte si è misurato con fatti improvvisi e
pericolosi, sempre però si è fatto trovare pronto. Con Giuda e Pietro, con
i farisei e la povera gente, con Erode e il tentatore, nell'ingresso in Gerusalemme
e sulla croce Lui non è mai impreparato. Queste emergenze spirituali, intime,
personali, sono decisive per non fallire.
Incontro persone che, con amarezza, riconoscono di non aver
capito, aver perso tempo, aver preteso sempre la ragione con il risultato
fallimentare di un lavoro perso, di uno scontro con i figli, di un matrimonio
distrutto... Gli Esercizi Spirituali che abbiamo l'opportunità di praticare
nella prossima settimana, pongono a tema l'emergenza.
La liturgia delle ore da secoli propone di suddividere le
giornate in tanti settori di tre ore per avere la possibilità di riprendere
coscienza, staccare, fare il punto, ridimensionare, orientare. E' la scelta
che il monaco compie per non smarrirsi.
Questa settimana vogliamo imparare a non vivere più solo con
i ritmi della nostra agenda, ma con i bisogni del nostro io interiore al quale
non possiamo continuare ad offrire solo ritagli di tempo, spesso segnati da
stanchezza e da formulari.
Diventerà importante stare un po' con se stessi con l'aiuto
della Parola del Signore per riacquistare un volto sereno e fiducioso, libero
e aperto; imparare a gestire l'emergenza di tanta superficialità, di cose
fatte senza un motivo ben chiaro, di tanta paura o tristezza, di gioia espressa
solo per fatti eccezionali ma non condivisa nel quotidiano di famiglia o lavoro.
A poco a poco avverto che tutto diventa emergenza, è quel siate
vigilanti, state pronti che Gesù tante volte ci rivolge nel vangelo. Non ci
vuole mettere addosso paura, ma farci prendere coscienza che troppe opportunità
sono state sciupate, perse e non valorizzate.
don giorgio