È PRIMAVERA

da Camminiamo Insieme - anno 23, n.28 del 19 marzo 2006

La dodicesima formella di Borghi non presenta la morte di Gesù, ma il volto di Gesù, orientato verso Maria che sta ritta presso la croce, è chiaramente aperto a quelle grandi parole "donna ecco tuo figlio". Giovanni, dall'altro lato è proteso verso il Crocifisso ad accogliere il mandato e sottolinea questa disponibilità con la mano destra. Dietro queste parole e alla tensione che portano c'è il fatto nuovo di una maternità e figliolanza che non deriva solo dalla carne, dal legame di sangue. Un tale legame prima o poi finisce, come è indicato dall'uomo steso a terra e dal cui corpo sembra partire la croce. E'Adamo, il primo uomo da cui venne appunto la vita del genere umano, ma derivò anche, per il suo peccato, la morte. Ora c'è un altro albero, quello della croce, e da qui non potrà derivare altro che vita. Il Cristo in croce offre all'umanità la propria madre, mentre Adamo con la pretesa di essere come Dio chiude il circolo della vita nel breve spazio parentale. Non è il vento a dare il movimento alle vesti, ma è lo Spirito di Dio che anima il Cristo e trasmette alla Madre e al discepolo Giovanni, rendendoli capaci di una fertilità nuova ed ampia. Proprio come il vento porta lontano i semi strappati con la forza all'albero e li depone in una nuova terra, così è di chi è animato dallo Spirito. Che sia questa l'intenzione è suggerito dal fatto che le vesti di Giovanni e di Gesù sono tese verso la stessa direzione, mentre quelle di Maria si spiegano in senso opposto. Adamo che fu pure animato dal soffio di vita ora non è coinvolto da questa sublime forza d'amore. E' in atto, con la vita donata di Gesù, una trasformazione radicale in ogni uomo: non siamo più per la morte ma per la vita. Anche Maria, chiusa nel suo dolore, per la forza e dello Spirito e l'invito del Figlio si aprirà alla nuova vita a cui sta già aderendo Giovanni con quella mano destra accogliente, mentre la sinistra appare restia a lasciare ciò che offre sicurezza. Il crocifisso è fissato in una pace e serenità grande che già anticipa il "Padre, nelle tue mani consegno la mia vita". A questo abbandono si sta preparando, non solo con l'affidare la Madre al discepolo amato, ma anche con il conforto di vedere accolta la sua nuova proposta di amore, fino al dono di sé. Questa narrazione avviene con una terracotta che plasma con il suo rosso mattone tutti i corpi, modellati con attenta cura e premura e si avvale di vesti leggere e trasparenti nei confronti di una corporeità ben presente. Rosso di un legame di sangue che accomuna tutti e che conosce nello sfondo delle striature luminose che si collocano a forma di alone dietro le teste di Maria e Giovanni, quasi a suggerire la vita nuova e buona che, per la morte di Gesù, già è presente. Anche l'Adamo primitivo è pure coinvolto, nella sua morte, da questa forza che tutto rinnova e a tutto ridona vita. E' una primavera che sta sciogliendo il gelo di un inverno che tutto ha bloccato e ora sembra dilagare proprio a partire dalla sommità della croce dove il cartello con INRI JESUS NAZARENUS REX IUDEO-RUM è, con il suo tenue e luminoso colore, nascosto dal capo di Cristo, inizio di vita nuova. don giorgio

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