A SCUOLA DEI PICCOLI
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.20 del 22 gennaio 2006
In casa, sul tavolo dell'atrio, accanto al piccolo presepio,
trova posto un angioletto con una candelina e delle monete di cioccolato,
avvolte dalla carta dorata.
Sono i piccoli lavoretti dei bambini della nostra scuola materna,
me li hanno donati, dopo la benedizione natalizia, rallegrata dai canti ma
soprattutto dai bei visi con tanto stupore negli occhioni. Seduto con loro
su una panchetta, a poco a poco sono circondato e mi offrono spiegazioni a
non finire con amabilità e insistenza. Mi raccomandano di togliere la carta
dorata e poi potrò mangiare i soldi che sono di cioccolato, mentre la candela
è proprio una candela e non la devo mangiare, ma accendere. Anche l'angioletto
mica posso pensare di mangiarlo.
Mi diverto un mondo, mi sembra di essere tornato ancora bambino,
quando di malavoglia, tirato da mia nonna, finivo all'asilo, ricordo la foto
di classe con un bitorzolo in fronte per una caduta sulle dure pietre del
porticato.
Rido, scherzo e loro mi prendono sul serio e non vogliono che
io mangi la candela, ma le monete, dopo averle scartate.
Hanno compreso bene la spiegazione della maestra e, a me che
ero assente, debbono spiegare tutto, manco sorge in loro il dubbio che io
sappia benissimo come cavarmela con il regalo. Hanno nella maestra il riferimento
sicuro, a lei guardano e prestano ascolto, ricavando una sicurezza di comportamento,
una saggezza che trova le parole giuste mentre gli occhi incoraggiano alla
fiducia e all'ascolto.
Sono io, ora nei panni dello scolaro, mi stanno insegnando,
mi vogliono aiutare, indirizzare, convincere. Non perdo una parola anche se
ciascuno, e sono una ventina che mi assediano, mi vuole istruire. E io pìccolo,
con la faccia a distanza ravvicinata, avverto la voglia di cose semplici,
chiare, opportune. Afferro che Gesù non ci ha chiesto di vivere da piccoli
di età, statura, intelligenza, ma ci ha indicato questo tempo dell'esistenza
come occasione privilegiata per un approccio al mondo delle cose e delle persone,
dei sentimenti e degli affetti, del linguaggio e del pensiero più caldo e
partecipe, libero e trasparente, fiducioso e amorevole.
Trovo nella liturgia un'invocazione che mi fa bene: "confida
nel Signore e apri a Lui il tuo cuore".
Diventati giovani, adulti e anziani facciamo fatica a vivere
non solo con il Signore ma anche con gli altri secondo questa indicazione.
Mi sembra di riuscirci quando leggo una pagina o una preghiera che già mi
convince, ma allora sono di fronte ad un altro che, con le sue parole, tenta
di arrivare al cuore. Mi accorgo che è illusorio questo successo perché permane
la difficoltà di intesa e confidenza con gli altri, per non dire quanto sia
impossibile "aprire il cuore".
Ho indossato la mentalità adulta che non sì trova a proprio
agio con la voglia di apprendere anche dalle persone più semplici, capaci
dì quella autenticità che non somma parole a parole, ma propone sempre un
linguaggio che coinvolge la vita.
Anche al nostro Istituto Parrocchiale Maria Ausiliatrice fino
al 25/1/2006 sono aperte le iscrizioni solo alla 1° elementare.