PASSARE dai CONTATTI agli INCONTRI
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.2 del 11 settembre 2005
Ogni giorno con le sue 24 ore assume una varietà di volti a
secondo di situazioni, ambienti, stagioni, stati d'animo, condizioni dì salute,
età, attività...
Non capisco chi sostiene che un giorno valga l'altro, non è
vero! La passività, indifferenza, stanchezza di un giorno se non trovano riscatto
porteranno sempre più in basso.
Per uscire da considerazioni astratte, mi avventuro in una
delle mie giornate, non per presentarvi uno spaccato di come trascorro il
tempo, ma per offrirvi le possibilità di contatto con le persone.
Mi piace camminare nei trasferimenti da una chiesa all'altra
o da una casa alla scuola, non solo per distribuire e ricevere auguri per
la giornata, ma anche per cogliere i segni che ciascuno porta su di sé.
Soddisfazione, noia, tristezza, sintonia, armonia, serenità,
ansia, tensione, apatia, entusiasmo sono pennellate in modo più o meno marcato
sui volti.
Non mi rimane che una parola, un sorriso, un gesto di saluto
o nel profondo dell'animo una preghiera.
Ogni sera dalle 18.30 alle 19.30 negli uffici parrocchiali
e al sabato in preposìturale dalle 15.00 alle 17.30 sono a disposizione.
Sono soste che permettono di stare davanti a fidanzati che
chiedono il matrimonio, genitori con il neonato da rendere cristiano, persone
con domande e problemi, richieste e proposte.
Prepararsi a celebrare un matrimonio è un'esperienza bellissima,
se vìssuta in modo pacato e disteso.
A volte prevale l'organizzare. Lo percepisco dal tono di voce
categorico con immediate precisazioni e condizioni.
C'è chi sostiene che la miglior difesa è l'attacco, preferisco
guadagnare tempo, invitare a sedersi, spiegare, motivare, far notare.
La speranza di poter passare da una contrattazione ad un incontro
non viene mai meno.
L'immaginario di ciascuno per un giorno così unico è legittimo
e sacro santo senza però arrivare a pensare che la bontà di un matrimonio
possa nascere da un'impeccabile cerimonia, piuttosto che da un sacramento
celebrato con fede.
Può sembrare strano ma in occasione di un battesimo con più
bambini la richiesta "però il mio deve essere battezzato per primo" mi trova
senza parole.
Ben diversa è la situazione di chi chiede il battesimo con
il timore che sia negato perché non sposati in chiesa. Li rassicuro: è necessario
l'impegno ad accompagnare con fede la crescita cristiana del piccolo.
Signori o signore divorziate che chiedono di essere padrini
o madrine di battesimo o cresima, possono essere le più brave persone, faticano
a comprendere l'importanza del sacramento che è un'azione dell'amore di Cristo
che ha bisogno della visibilità di un testimone dell'amore per sempre.
Non ci sono tariffe per i sacramenti, si compie un'offerta,
dimostrando con questo segno la propria riconoscenza e attenzione nei confronti
della parrocchia.
Chi ha espresso maggiori pretese, probabilmente forte del senso
che tutto è dovuto, lascia un'offerta che si riempie di rossore se confrontata
con una qualsiasi spesa per quel giorno.
Avrei potuto lasciare questa osservazione se non sapessi quanto
occorre solo per mantenere e riparare edifici che tutti vorremmo al meglio.
Arrivo a sera con una preghiera perché i tanti contatti possano
trovare possibilità per autentici incontri e comunque la benedizione del Signore
arrivi a tutti.
don giorgio