TRA L'UMANO E IL DIVINO
da Camminiamo Insieme - anno 23, n.12 del 20 novembre 2005
Giulio Ciniglia interpreta "Gesù incontra sua Madre" obbligandoci
ad un brusco passaggio, dalla terracotta profondamente incisa e percorsa da
un intimo tormento, a questa agghindata e candida interpretazione violata
dal nero del cane e sotto un cielo assurdamente rosso per un sole bloccato
allo zenit che tutto avvolge e coinvolge.
Due costruzioni si affiancano e contrappongono: il castello
del potere tutto bianco, candore e innocenza conclamata, fondata su una giustizia
granitica che cattura l'uomo fino a porlo quasi come elemento ornamentale,
cariatide fissata per sempre.
L'altra la casa con il segno della precarietà, il rosato dello
sfondo, che si accompagna con il candore dell'intimità di una casa, santificata
dalla tutta santa, la Madre.
Che non sia apparenza quel candore è suggerito dal piccolo
pilastro che sostiene la casa e dalla cupoletta azzurra con il sapore del
cielo: grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e grande è il suo amore.
E' sconcertante e inquietante quel cane nero, anima ispiratrice
di un potere demoniaco, capace di tanto male nel mondo.
Il disordinato crollo di mattoni sul fondo e il tentativo di
inglobare l'uomo in un sistema malvagio sono il risultato conseguito da un'ispirazione
perversa.
La Madre, con una mano si aggrappa all'umano che vibra di precarietà,
rimane a guardare l'uomo, il Figlio che viene travolto dalla rovina. E' sempre
lei, la Madre che con l'altra mano stringe il potere che le viene da Dio e
che nella fede le permette di cogliere che il Figlio è già rapito, nello Spìrito,
verso il sole segno di Dio.
E' intenso e forte questo messaggio che contrasta con tutto
l'insieme a prima vista semplice, quasi infantile. La figura della Madre,
alla quale siamo chiamati a dare un volto, solo suggerito dal contorno del
cappello e dai capelli, si muove tra il divino e l'umano che coinvolgono anche
la figura dell'uomo Dio, Gesù che nessun male potrà mai distruggere.
E' grottesco quel cane nero, strano nella postura, assurdo
tra tanto can- dore, fastidioso allo sguardo, inso- stenibile macchia nera
con un unico punto bianco, rimasuglio di un'ere- dità persa.
Invito immediato e palese a stare dalla parte e nei panni della
Madre, sconvolti anche noi per tanto male, ma saldi e sicuri per una fede
che è ben riposta in quel Dio che è Padre, Luce e calore anche se nel segno
del sangue.
don giorgio