VOLONTARIATO OK
da Camminiamo Insieme - anno 22, n.4 del 26 settembre 2004

Accanto alla soddisfazione per ostaggi italiani o stranieri
rimessi in libertà dalle forze che si oppongono alla presenza di eserciti
stranieri in Iraq, c'è sempre più pesante l'amarezza per quelli uccisi. E'
di qualche settimana il sequestro di due volontarie italiane, entrambe col
nome Simona. Lo smarrimento non è solo unanime in Italia e all'estero ma perfino
in Iraq è stato commuovente vedere in piazza, davanti a tutti, ripresi dalle
teleca- mere, i volti di bambini e giovani, uomini e donne che con il loro
sit-in chiedevano la liberazione delle due volontarie. Solo disgrazie di questo
spessore portano alla luce una realtà sconosciuta o ritenuta appannaggio solo
di missionari e missionarie.
Esiste la grande quercia di uomini e donne giovani o meno che
portano il conforto con la presenza, il sostegno con l'aiuto, la solidarietà
spendendo mesi e anni della vita per chi non può mettere a frutto energie
e capacità.
Vivere in territori lontani, spesso isolati, con gente di cultura
e religione diverse, senza quelle opportunità e comodità di casa, vedere scorrere
giorni e mesi senza gratificazioni umanamente desiderabili, avvertire la nostalgia
di una terra lasciata non per costrizione ma per dedizione, sono alcuni dei
possibili squarci su esistenze non certo agli onori della cronaca, ma lasciate
ai margini quasi storie di poca evidenza.
Se il seme nella terra conosce l'isolamento per un periodo,
è poi certo il frutto.
Attendere senza vedere è l'immutabile storia della fede, possibile
solo in un cuore che conosce i ritmi insoliti dell'amore che non possiede
ma dona, che non cerca per sé ma accoglie, che non si pone al centro, ma sulla
circonferenza. E' questo il mio sogno per tanti giovani che accolgano questa
logica.
Guardando la mia vita pure donata, mi ritrovo senza quella
evidenza e spendere che mi piacerebbe ed è atteso. Le nuvole arrivano ad offuscare
anche il cielo più sereno, però non sono contro il bei tempo, ci vogliono,
come le ombre in un quadro che non può essere solo fasci di luce. E allora?
Non si tratta di fare gli eroi che spesso si misurano in spacconate senzazionali
in cui il fattore rischio è determinante. Si tratta di essere semplicemente
e solamente come le due Simona e come tanti altri. Si tratta di stare qui
o altrove con la mano sinistra che non sa ciò che fa la destra, di scegliere
l'ultimo posto, di lavare i piedi, di cercare la pecora persa, di pregare
per chi ti è antipatico perché Dio lo protegga, di porgere la guancia, di
salutare chi ti ignora, di offrire un bicchiere d'acqua fresca.... Piccole
cose, forse senza senso, che non risolvono, che non incidono, che non fanno
notizia, che fanno dire: dopo 2000 anni di cristianesimo il mondo va peggio
di prima. Intanto qualcuno, come per la quercia spezzata, capisce e ha bisogno
di avere vicino persone così.
Ci vogliono uomini e donne che credano nell' urgenza di essere
operatori di pace e cultura, speranza e condivisione per sollecitare tutti
a vivere giorni migliori e per offrire la possibilità di constatare che è
possibile ed è un grande bene che ci siano tanti volontari.
don giorgio