LE DIFFERENZE E L'INDIFFERENZA

da Camminiamo Insieme - anno 22, n.38 del 29 maggio 2005

Quando la stanchezza sopravviene, si accumula, prende corpo si espande nella testa e arriva a farmi rannicchiare in me stesso quasi per tentare una risposta di sopravvivenza, è il momento di dare un nome a questa situazione: indifferenza. Sono stanco proprio perché non colgo più le differenze che caratterizzano tutta la vita. Ai vari segnali che annunciano l'indifferenza occorre rispondere con opportune misure.

Per uscire da un discorso aereo e generico, mi sbilancio offrendo un piccolo spaccato del quotidiano che, con i suoi ritmi e impegni, ripetizioni e consuetudini, parole e azioni, ambienti e pratiche, pensieri e occupazioni, confidenze e attese è di un'intensità e bellezza notevoli ma succede che, se non stacco al momento giusto, si verifica che la classica corda troppo tesa si rompe. Ho già scritto tante volte delle mie salutari e provvidenziali boccate di ossigeno.

Ora, dopo una settimana alle Canarie con una ventina di luinesi, e in vista delle probabili vacanze di molti, mi sembra doveroso sottolineare che queste possono essere un'occa- sione per superare l'indifferenza.

Il cambiare ambiente, uscire da uno stile di vita, condividere il tempo, pranzare con altri, passeggiare, visitare, riposare, osservare, riflettere tutto questo e altro aiuta tantissimo per tornare a cogliere la differenza e quindi ad uscire dall'indifferenza. Già il trasferimento stacca dal ritmo acquisito al punto da rendere quasi impossibile lasciare perché sono troppi gli impegni e i doveri.

Superata questa tentazione, lo stacco è salutare se riesco a lasciare anche le preoccupazioni al punto da sentirmi come una pellicola fotografica che cattura immagini e colori, suoni e parole di un'altra dimensione.

Certo non dimentico la mia terra consueta ma la vedo dall'alto, da un'altra angolatura da cui osservo l'intrico di vie e vicoli, piazze e viali e mi accorgo da dove uscire, quale percorso seguire per incontrare, verso quale sosta dirigermi o quale pericolo evitare. Mi aiutano in questo il conversare calmo con una persona, la lettura di un buon libro che apre e rigenera gli spazi della mente, la sosta davanti ad un creato esagerato per colori e forme, mentre la sabbia fine con il suo tepore o l'acqua stupenda dell'oceano, quasi nuovo grembo di rigenerazione, avvolgono le mie membra.

La liturgia delle ore celebrata sul balcone dell'albergo e la messa partecipata con persone di altra nazionalità, nei giorni in cui il sacerdote apre la vicina chiesa, non sono gli unici momenti di un contatto con Colui che può rendere veramente nuova la vita, strapparla dall'indifferenza per cogliere le differenze che tanto arricchiscono e rendono aperti ad una vita sempre più da provare, gustare, proporre nella sua unicità e bellezza.

A molti da più fastidio l'indifferenza del- l'opposizione perché nel contrasto uno sa di essere preso in considerazione.

Sono tornato e subito le differenze si sono ricollocate in modo nuovo nel mio quotidiano e sono di nuovo pronto a valorizzarle e disposto a ricevere il tanto bene che questa città può offrirmi.

don giorgio

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