BENEDICI LA NOSTRA CITTA

da Camminiamo Insieme - anno 22, n.37 del 22 maggio 2005

Alcuni giornali, di fronte alla folla che ha accompagnato sia la morte di Giovanni Paolo II che l'elezione di Benedetto XVI, hanno scritto dì una piccola francese che, in udienza dal Papa chiede la dispensa per entrare a soli 15 anni nel Carmelo di Lisieux. Si tratta di Teresa Martin che riceve da Leone XIII un "se Dio lo vorrà entrerete".

Quel "per sempre" che impressiona tanti a! punto da non considerare la chiamata de! Signore ad una vita di speciale consacrazione, è fonte di gioia per Teresa che non pensa alla sua adolescenza "sepolta" in una clausura.

Si sente come una bambina che, appena nata, è già al centro delle attenzioni degli adulti di casa che tacciono per non disturbare, preparano il cibo e la camera, se piange è consolata. Questo è per lei il clima del convento e la sua scelta spirituale si orienta verso l'infanzia di Gesù, offrendo se stessa come un giocattolo di quelli comuni e un po' usati. Non è facile la vita comunitaria con i suoi ritmi e presenze di persone con età e caratteri diversi. Teresa vive queste difficoltà sempre pensandosi il giocattolo di Gesù che, se gioca ai birilli sono presi di mira e abbattuti, se si diverte con la trottola viene sferzata con la corda, se gioca alla palla viene colpita e buttata lontano, ma alla fine del gioco Gesù prende i giocattoli e li stringe al cuore.

TI Gesù che dorme è oer molti un Gesù assente, per lei invece è da non disturbare come non si disturba un bimbo che riposa. Un giorno spiegherà questa sua spiritualità così: "restare bambini davanti a Dio, vuoi dire riconoscere il proprio nulla, aspettare tutto dal Buon Dio, come un bambino aspetta tutto dal suo papa".

Tutti sappiamo che la vita di ogni giorno è fatta di una serie di piccole cose, inconve- nienti, imprevisti, abitudini, modi di fare e di parlare, pensieri e umori, per iei l'importante è "non lasciarsi sfuggire nessun piccolo sacrificio, sguardo, parola approfit- tando di ogni pìccola cosa e compierla con amore". Mentre le chiese risuonano di pesanti prediche che insegnano a temere la giustizia severa di Dio, Teresa vive lo stupore dì sentirsi amata da Dio al di là di ogni merito.

Una seconda nota della sua spiritualità si afferma a 22 anni quando chiede alla superiora di potersi offrire a Dio, partecipando alla Passione dì Gesù per diventare "martire del vostro amore, mio Dio". A 23 anni, proprio nella notte tra il giovedì e il venerdì Santo, la tisi si manifesta con un fiotto di sangue e la introduce nelle tenebre: "Gesù permise che l'anima venisse invasa dal buio più fitto e che il pensiero del cielo, già così dolce per me, non fosse più che un motivo di lotta e tormento". Le sembra di essere seduta alla mensa dei peccatori: "i ragionamenti dei peggiori materialisti si introducono nella mia mente, offro però queste sofferenze per ottenere la fede agli increduli e per chi si allontana dalla Chiesa".

Chiude la sua vita nel 1897 a 24 anni con queste ultime parole: "mio Dio, vi amo".

Viene dichiarata santa nel 1925 dal Papa Pio XI che la proclama patrona delle missioni e dei missionari, lei una suora mai uscita dal convento con il corpo, ma che, con la preghiera e l'offerta della vita ha sostenuto l'annuncio del vangelo da parte dei missionari. Le sue reliquie sono tra noi: ottenga ai nostri giovani di "non avere paura di Cristo" dedicando la propria vita, in modo generoso e forte, a quella vocazione che il Signore rivolge loro.

don giorgio

Archivio


Torna alla pagina iniziale