INCONTRO TRA ORIENTE E OCCIDENTE
da Camminiamo Insieme - anno 22, n.35 del 8 maggio 2005
II nostro Santuario ci chiama in questo mese di maggio a vivere
insieme il Rosario in continuità con la devozione di Giovanni Paolo II con
il suo "tutto tuo" e con l'avvio del pontificato del nuovo Papa.
Al Rosario, preghiera tipica del mondo occidentale, uniremo
un inno, antico di ben 15 secoli, che viene dal mondo orientale.
Le 24 strofe dell'Akathistos (letteralmente "non seduto" quindi
da recitare in piedi) saranno la pausa meditativa e contemplativa tra un mistero
e l'altro. I monaci ortodossi chiudono la loro giornata con questa lunga preghiera
e anche molti laici la fanno propria nelle circostanze più diverse in cui
avvertono il bisogno di una particolare protezione. Composto e pregato in
un tempo lontano perché Costantinopoli fosse salvata dai barbari, ha conosciuto
continuità fino ad oggi ed è stato un legame importante per la fede personale
e comunitaria.
Ogni strofa (stanza per il mondo orientale) presenta un aspetto
della vita di Maria e di quella di Gesù, iniziando dall'Annunciazione e offre
una serie di lodi alla Tutta Santa. Ad una prima impressione questo periodare
può sembrare eccessivo, ridondante, carico di sentimentalismo.
E' esattamente il contrario! La ricchezza del mistero è tale
che non può essere formulata solo da ragionamenti o per idee, ma si imprime
in modo tale nell'animo da aprirlo alla lode che, come le onde del mare, si
ripropone con continua frequenza.
La ricchezza delle immagini non è mai fine a se stessa, ma
offre un efficace rimando ad episodi dell'Antico Testamento, proponendo così
una felice sintesi attorno alla Parola di Dio.
Al frequentatore attento del nostro Santuario non sarà certo
sfuggita la litania mariana illustrata nella cappella della Madonna del Carmino.
Quei piccoli disegni semplici e ingenui: cipresso, pozzo, torre, nave, stella
sono riferimenti biblici, applicati dalla devozione a Maria, e potranno aiutarci
a gustare l'Akathistos.
E' un canto di fede e della fede dove i sapienti, secondo
il mondo, si smarriscono in continue discussioni, mentre chi si apre a Dio,
con semplicità, gusta e com- prende, si sazia e rinnova la propria vita.
La logica umana ha sempre attribuito a Dio tutto il massimo
di potenza e forza, non ha mai potuto immaginare un amore così generoso ed
umile da iniziare la sua presenza nel grembo di una donna che si offre come
terreno rese buono dall'amore per Dio e dall'osser- vanza dei comandamenti
e reso degne di accogliere l'azione dello Spirito Sante che vi pone l'inizio
della vita di Gesù.
Questo incontro, tra la nostra tradizione del Rosario e quella
orientale, ci aiuti ad aprirci ad una preghiera non solo vocale di innalzarsi
verso l'esperienza meravigliosa della e meditativa, ma capace anche contemplazione.
don giorgio