UNO STUPORE CHE SI RINNOVA

da Camminiamo Insieme - anno 22, n.28 del 20 marzo 2005

Contrariamente al solito, mi sono svegliato verso le quattro del mattino con un pensiero per una situazione da risolvere. Per non continuare a rimuginare altre ipotesi, ho sfogliato qualche pagina di un romanzo di intrighi religiosi per riprendere poi il sonno tranquillo. Nel passaggio da Saronno a Desio ho lasciato la passione per i romanzi che mi stava nel sangue fin dall'adolescenza. Mi sono riavvicinato al romanzo perché invitato ad esprimere un parere, stante la tematica giallo-religiosa con curiose allusioni a manoscritti ritrovati. Non è difficile riconoscere a questo genere freschezza narrativa, sorprendente capacità di coinvolgimento e abile tecnica investigativa del protagonista, subito simpatico. Più volte mi sono chiesto perché con una simile esposizione non si affrontino documenti ben testimoniati ma presentati con una pesante e noiosa serie di commenti.

Nella lunga storia della Chiesa non sono mai mancati i tentativi di colmare le lacune de vangeli, ridimensionare la figura di Gesù, ignorare la sua divinità, indagare sulla sua vite privata e altrettanto si è operato nei confronti della Chiesa che, se è Santa per la presenze di Cristo, è certamente peccatrice per la nostra vita non sempre conforme al vangelo. Capisco che molte persone si interroghino, rimangano sorprese, si scandalizzino, diano credito, concludano con un sommario e disarmante abbandono della fede. Personalmente avverto l'importanza di mantenerla ben radicata e fondata, soprattutto in tempi in cui su tutto si vuole far scendere il classico "velo pietoso", dimenticando quanto è stato ed è decisivo l'incontro con Gesù per la propria vita e per quella della società.

Stiamo entrando nella Settimana Santa, viviamola con autentica e generosa partecipa- zione. Ancora una volta decido di deporre quanto mi blocca, mi appesantisce, mi allontana dalla meta, mi disorienta. Diventa nodale proprio l'incontro con Gesù che mi consegna la premura di servire, l'esempio di donazione, la vicinanza e comprensione per la mia debolezza, la fedeltà alla mia vita, l'obbedienza a un progetto non suo, il generoso perdono per tutti, l'essere umiliato fino all'indifferenza e al rifiuto.

Con San Paolo mi sento impegnato a non volgere lo sguardo in ogni dirczione, a prendere la responsabilità di non conoscere altro che Cristo e Cristo crocifisso. Questo incontro ha prodotto uomini e donne nuovi, come Francesco o Madre Teresa, Padre Pio o Gianna Beretta Molla, che non hanno vissuto per sé ma per gli altri, non hanno contestato tutto e tutti ma se stessi e il proprio vivere, non hanno continuato a insìstere su errori del passato ma hanno presentato nell'oggi fatti di indubbia verità ed efficacia.

Il vero incontro con Cristo in questa settimana cerca le celebrazioni ma non sta chiuso nella chiesa; accoglie la parola che conforta e orìenta per porgerla con serena umiltà per chi sta nella prova; sosta davanti alle sue sofferenze, per riconoscerlo provato e bisognoso nell'infermo; rimane stupito di fronte ad un amore che si dona fino alla morte, per tentare nell'oggi la via dura e feconda dell'amore.

Continuerò, nei ritagli di tempo a frequentare le supposizioni intriganti di questi contem- poranei, ma avrò la premura di scrìvere la mia povera storia, rinnovandola sempre e di nuovo nell'incontro con Cristo che non cessa di stupirmi e di chiamami amico.

don giorgio

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