SARA' SEMPRE TARDI

da Camminiamo Insieme - anno 22, n.22 del 6 FEBBRAIO 2005

I sacerdoti del decanato ogni martedì si ritrovano per pregare, confrontarsi, riflettere e vivere un po' di fraterna amicizia. Una frase ci aiuta a vivacizzare un incontro: "la gratitudine è all'origine della fede e dell'amore". Mi sembra stimolante questa frase al punto da lasciarmi condurre per sentieri inesplorati.

Ognuno di noi fin dalla nascita fa l'esperienza di un amore che, con il procedere del tempo, porta ad una fiducia nei confronti dei genitori, maestri e di quanti con passione e premura, disponibilità e accoglienza si pongono accanto a noi. Certamente, da questo punto di vista, l'amore è all'origine della fiducia. Non è detto però che ogni vicinanza carica di affetto abbia necessariamente un esito positivo. Troppo spesso l'abitudine, il senso dello scontato o del dovuto, l'attenzione al proprio mondo individuale finiscono per accantonare o anche solo ritenere acquisita questa vicinanza.

Ringraziare permette di prendere coscienza, scoprire, appurare, incontrare una presenza benefica per portare ad un atteggiamento diverso, segnato da maggiore distensione, ascolto, corrispondenza, accoglienza.

Gratitudine è anche dire "grazie perché ci sei". Non è solo il grazie della buona educazione ma il bisogno di dare voce a ciò che ora urge dentro come scoperta inaudita. E' vero che l'amore mi precede sempre, ma è nel momento della testimonianza che quell'amore esce dallo scontato ed è ben vivo, presente e palpitante.

Costa fatica questo percorso che chiede di uscire dal rito, dal fare perché ti è stato detto, per arrivare a reagire e a presentarsi pronti a far spazio all'amore e alla fiducia. Ho visto persone commuoversi, piangere, rammaricarsi, rimproverarsi di non aver posto il grazie capaci di dare origine ad un nuovo rapporto di amore e fiducia.

Questo vale anche per il mondo della fede. Resterò sempre intrappolato da un fare insensato se non pongo alla base quel "grazie". Avrò poi la possibilità di raccontare con il mio vivere, con il mio porre domande sempre nuove, con il ricercare una viva somiglianzà con Gesù, con il fare spazio al pensiero e alla guida di Dio, con il cercare parole capaci di tradurre ciò che ho sempre ripetuto senza com- prendere a fondo.

Mio sommo Bene, sempre tardi amato, sono troppo impacciato nel superare la barriera che mi blocca e mi impedisce di gridare con sincerità, con amore e fede: "grazie perché ci sei". All'origine ci sei tu Gesù nell'eucaristia, con l'intenzione di trascinarmi in questa immensa gratitudine.

Andare a Messa ogni domenica significa ritornare a Gesù che mi coinvolge in un grazie sempre più vivo, generoso e profondo.

Mio sommo Bene sarà sempre tardi per amarti e fidarmi di Te.

don giorgio

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