DOPO L'INCHIESTA

da Camminiamo Insieme - anno 22, n.16 del 19 dicembre 2004

 

Ho davanti i fogli riassuntivi dei dati raccolti nell'inchiesta sulla messa di domenica 28 novembre. Nella mente, chissà perché, mi ritornano le parole del salmo "se guardo il cielo opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato...". Lo stupore innanzitutto di fronte alla richiesta dei Sacramenti che è quasi generale e la partecipazione alla messa domenicale, scelta da una persona su cinque. La reazione può essere di sconforto per alcuni, mentre per altri potrebbe essere motivo di sorpresa per una presenza ancora così consistente. Qualcuno potrebbe sottolineare che tutti i ragazzi dai 7 ai 12 anni partecipano al catechismo in preparazione alla comunione e alla cresima e questo potrebbe bastare, anche se poi partecipano alla messa solo in determinati periodi e neanche con buona in percentuale. Nei quattro anni che seguono la cresima il crollo è evidente. Fascia di particolare assenza sono i giovani dai .1.5 a. 25 anni. Una ripresa si nota dai 26 ai 40 anni e dai 41 ai 60. Circa metà dei partecipanti alla messa domenicale sono dai 60 anni in poi. Questi dati saranno tenuti presente dal Consiglio Pastorale Parrocchiale che riceverà anche le osservazioni del Gruppo Liturgico. Usciranno tante considerazioni, motivazioni, proposte e tutto ben venga, rimane però il fatto sconcertante che Gesù non vuole sbalordirci, attirarci in chiesa con qualche effetto straordinario. A differenza degli antichi non portiamo neanche importanti vittime da sacrificare, ma solo un poco di pane e vino perché nella potenza dello Spirito Santo siano Corpo e Sangue di Gesù. Lui si è sempre presentato come mite e umile, la sua divinità ha voluto conoscere come altare, il corpo di una semplice fanciulla di Nazaret, e oggi chiede a noi di essere umili e semplici per offrirgli quello spazio necessario per prendere carne. E' questo il grande mistero della fede che annunciamo in ogni messa. Di domenica in domenica siamo così introdotti in quella progressiva intimità che valorizza ogni situazione, ricerca una spiritualità, presenta la disponibilità a farsi dono. A questo punto l'interrogativo del salmo "che cos'è l'uomo perché ti ricordi di lui", trova risposta "l'hai fatto poco meno degli angeli", quasi a suggerire che il mistero d'amore si è aperto per offrirsi a quel mistero di sufficienza che sono io. Come il chicco di grano nella terra, trova rifugio per poi offrirsi sulla tavola di ricchi e poveri, così noi dobbiamo vivere il tempo del nascondimento e silenzio, gratuità e dono in ogni messa per essere presenza significativa poi. Questa pazienza e costanza che permettono al Signore di trasformarci non sono bene accolte perché da un lato oggi è comune la pretesa del "tutto subito", è frequente una sorta di "fai da tè", spontaneo affermare che Dio lo si può incontrare in altri momenti, diversi dalla messa. Non è mia intenzione rispondere con argomentazioni che non servono, ma procedere con quel "viatico" cioè " pane per il cammino" che è Gesù. Lo Spirito Santo, che è come il vento di cui ognuno può sentire la voce, è lo stesso Spirito che ci dona in ogni messa, non solo qualche buona ispirazione, ma quei Gesù che è passato allora facendo del bene e sanando, continuando nei secoli a seminare amore attraverso quanti l'hanno accolto e ora attende la nostra opera per un mondo migliore.

don giorgio

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