IL DRAMMA E' DI CASA
da Camminiamo Insieme - anno 22, n.10 del 7 novembre 2004

Mi sembra importante motivare ogni scelta anche se si tratta
di una piccola cosa come l'immaginetta per il Natale.
Il soggetto è la fuga in Egitto come è raffigurata nella cappella
della Madonna nel nostro santuario.
Non mancano certo tanti altri riferimenti natalizi nelle nostre
chiese e saranno presentati nei prossimi anni. La tentazione di collocare
il Natale in una cornice di sogno, mito, fantasia, è anche troppo presente.
Non guasta una certa poesia, un offrire un tempo di calma
e serenità, un ricongiungersi per gustare amicizia, un entrare in chiesa con
luci e santi che parlano al cuore... ma rimane sempre vero che il presepe
è lì a richiamare che per Lui non c'è casa, non c'è costo, non c'è accoglienza
ma persecuzione.
Mentre scrivo sono a San Giuseppe e qui nel retro sacrestia
c'è un quadro che chiede di essere restaurato e collocato in un luogo migliore,
ma il soggetto è drammatico: la strage degli innocenti.
Il dramma sarà presenza costante nella vita di Gesù, come
è compagno inquietante e non desiderato per tante vite di ieri e di oggi.
Natale è la grande scelta di Dio Padre di donarci suo Figlio
come uno di noi, con una madre, una terra, una religione e una cultura, in
un tempo preciso: "II Verbo si è fatto carne e pose la sua tenda tra noi".
Noi sacerdoti, in questo tempo che prepara al Natale, come
è possibile notare nel programma di seconda pagina, passeremo a portare la
benedizione: Dio torna a visitare il suo popolo.
Mentre entrerò non potrò dimenticare che l'acquisto o l'affitto
di una casa è frutto di duro lavoro per avere la soddisfazione di poter dire
al termine della scuola o del lavoro: torno a casa.
C'è un detto popolare, non so se in uso anche nel luinese,
"Ogni ca' l'è fa de sas e la fa el so fracass".
Il dramma sia pur breve di un'incomprensione, di un litigio
o discussione, di una malattia o disagio a scuola o sul lavoro, di intesa
educativa o di rapporto con parenti e amici si intreccerà con drammi ben più
gravi e lunghi nel tempo.
A dire il vero "la fuga in Egitto", cioè il dramma nell'esistenza,
l'ho presa in considerazione anche sotto l'influsso di tante immagini televisive
che ogni sera i telegiornali pongono davanti agli occhi e penetrano nel cuore
con un profondo disagio.
Quanti sbarchi clandestini di popolazioni intere sulle nostre
coste! Gente che cerca un lavoro per farsi una casa. Ci sono sequenze televisive
ben più drammatiche, ma anche per il sequestrato in Iraq c'è una nostalgia,
rimpianto e desiderio della propria casa con i volti dei propri cari. Benedire
la casa se da un lato conosce tutta questa realtà drammatica da scongiurare,
superare, sperimentare con fede e pazienza, dall'altro presenta una bellezza
da accogliere. Mi riferisco a tutta quella ricchezza di possibilità che è
davanti a noi. Garantiti da casa e da tanti altri beni e aiuti non solo c'è
spazio per una crescita personale, ma anche per offrire una mano ad altri.
E questa è scelta natalizia, per non tradire Gesù che chiede di tornare a
farsi uomo in noi.
La nostra fede ci offre la gioia di riproporre la presenza
di Gesù oggi perché il mondo creda nell'amore del Padre che vuole tutti uniti
in una meravigliosa famiglia.
don giorgio