Una goccia d'acqua pulita

da Camminiamo Insieme - anno 21, n.7 del 12ottobre 2003

 

Dopo i lavori di ristrutturazione "Fonteviva", da casa di esercizi spirituali e soggiorno ora riapre come ricovero per gli anziani. Per l'inaugurazione la presidenza mi chiede di ospitare sabato e domenica 20 e 21 settembre il Cardinal Pio Laghi: una vita trascorsa a rappresentare la Santa Sede presso diversi paesi. E' un piacere colloquiare con un uomo, ultimamemte inviato dal Papa a Bush, presidente degli Stati Uniti, per scongiurare l'intervento armato in Iraq. Gli ottantaquattro anni non gli pesano, anzi sono leggeri per una vitalità che ti fa sostare con profondo diletto in un trasparente e sapienzale mare di ricordi.

Gli occhi celesti brillano in un volto che cancella le rughe mentre ricorda Madre Teresa di Calcutta.

L'ha conosciuta personalmente nel lontano 1952 agli inizi di un'opera sorta nella povertà e con un mucchio di pesanti difficoltà che, a volte la costringevano a rivolgersi in nunziatura. Ho parlato della "goccia d'acqua pulita in un oceano di fango" sia in predica che a scuola. Riprendo qui il fatto del giornalista che intervista Madre Teresa di ritorno da Oslo dove ha ricevuto il Nobel per la pace, II mondo, questo oceano di fango, non cambierà certo per l'azione di questa piccola donna che vuole solo essere una piccola goccia pulita in quest'oceano di fango; se il giornalista s unisce "saremo due gocce e se la moglie e i tre figli si uniranno pure, ecco saremo sei gocce d'acqua pulita nell'oceano di fango".

Mi fermo a guardare negli occhi quest'uomo che, nei molteplici contatti con i protagonisti della politica mondiale, avrà fatto ricorso alle armi diplomatiche che non conoscono il linguaggio chiaro e semplice di Madre Teresa. Vedo tanta condivisione per una scelta di campo che parla al cuore e propone dì cambiare battito e orientamento perché solo così si arriva a un nuovo ordine mondiale. Dopo mezzo secolo di impegno diplomatico dall'India al Nicaragua, dall'Argentina agli Stati Uniti d'America, il Cardinal Laghi è arrivato ad una sapienza che si attesta decisa su quella conversione del cuore. Nell'ascoltarlo affiorano i soliti "ma, se, però, fino a quando, così non si risolverà mai". Occorrono forti richiami ed efficaci decisioni di chi continua a rimandare la palla nelle mani di altri nel timore di sottostare a chissà quale penitenza, ma si afferma una frase di non so più chi: "se tanti piccoli uomini, in tanti piccoli posti, facessero piccole cose buone, il mondo sarebbe migliore".

L'altra mattina i bambini di prima elementare mi hanno consegnato tanti fogli ritagliati a forma di goccia, con il loro bravo contorno azzurro e dentro la propria immagine. Voglia di stare dentro una goccia d'acqua pulita sia in casa che a scuola, al lavoro o nel divertimento, da solo o con gli altri. E al di là di un immancabile fascino che arriva a noi con un messaggio così immediato e chiaro tanto da essere raccolto da tutti, ecco affermarsi l'esigenza della traduzione nelle pìccole cose. Affermano questa urgenza anche questi piccoli che nel disegno depongono i rifiuti nell'apposito cestino, stanno lì ben delineati in uno spazio bianco, i piedi quasi non toccano la terra nel timore di farle male, la voglia di stare in un paesaggio con il rispetto di un'armonia.

Cambieranno, sembra imporre una voce che reclama particolare concretezza.Non trovo di meglio che rispondere con la forza di un invito che viene da lontano e che, attuato da tante persone ha dato frutti stupendi:

"se non diventerete come bambini, non entrerete nel regno dei cieli".

don giorgio

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