CON AL FIANCO LA MADRE
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.46 del 18 luglio 2004

Bella Tu sei qual sole, bianca più della luna e le stelle
più belle non son belle al par di te.
I versi di questo canto mariano sono la risposta alla domanda:
"che ci fanno là, in alto al Carmine, un sole e una luna con tanto di volto?"
Lo sguardo religioso dove si posa non lascia niente a livello di cosa, tutto
anima e immagina. Anche se un po' oleografico, il dipinto della Madonna con
il Bimbo ha un sua profonda suggestione, evidenziata dalle scritte svolazzanti,
dalla mistica vigna i cui frutti sono i santi carmelitani; dalla strana nuvoletta
sulla destra che non è cuscino per nessun santo, mentre quella di sinistra
regge san Simone Stock, il veggente a cui si rivolge Maria per il dono dello
scapolare del Carmelo.
Il grande arco sarà stato meno ricco e ampolloso, senza quelle
nicchie barocche che accolgono Santa Teresa d'Avila e un Cristo in bronzo,
ma quel cielo mi sarebbe piaciuto vederlo scendere fino a terra collocarmi
in quell'abbondanza di frutti.
Preso dal mio stare con i piedi per terra, questa sera, Madonna
Santa, sento il bisogno di un poco di cielo, vorrei vivere un momento di estasi,
di pace e trasparenza.
Lasciami sostare con la tua benevola e materna presenza.
Voglio la Madre che Tu, Gesù morente, hai affidato a Giovanni
perché ripeta la calda presenza di mia madre e di ogni madre;
voglio la bellezza che riesca a stupirmi, commuovermi così
da lasciare meschinità e torpore;
per questo mio tempo ancora donato senza merito, voglio l'educatrice,
che ha saputo condurre Gesù a vivere in età, sapienza e grazia;
voglio il volto con tutta una storia che a poco a poco prende
corpo, valorizzando un quotidiano senza clamore ma vivo per semplicità;
voglio la fede che mi costa vivere, preso da pressanti esigenze
di risultati;
in quel cielo stinto e suggestivo voglio me stesso tra i rami
della grande vite.
Cristo è la vite, noi i tralci e allora Maria accoglimi.
Aiutami ad essere cristiano come quei santi che hanno accolto
il Gesù che tu offri, per onorarlo con l'ascolto e l'obbedienza alla Parola
per essere piccolo Vangelo;per accoglierlo come Pastore che mi trova smarrito
e perduto per il mio testardo cercare l'apparenza e non la realtà; per corrispondere
alla sua attesa di avermi commensale pronto a ricevere un'amicizia che non
si può tradire, ma che si irrobustisce nell'Eucaristia; per ricercare nel
volto di ogni persona i tratti di un'umanità cristiana.
Mi sembra che Tu, Madre, sia scesa al mio fianco per accompagnarmi
a vivere una spiritualità che, valorizzando il tempo e lo spazio, mi avvii
a liberarli da ogni pesantezza e opacità per una luminosità e ampiezza di
cielo.
don giorgio