UNA VIA D'USCITA

da Camminiamo Insieme - anno 21, n.44 del 4 luglio 2004

A Milano vado solo per dovere. Questo martedì decido di andare in treno da Luino.

Mi accorgo di una umanità che alle 7.30 sale per scendere alle 9 ed iniziare una attività. La mia è al seminario di corso Venezia, obiettivo interloquire con una settantina di sacerdoti e con l'Arcivescovo sulla missionarietà, il percorso diocesano che abbiamo accostato lungo tutto l'anno per conoscerlo, ora occorre praticarlo.

Ripropongo due giorni dopo a Creva ai membri dei consigli pastorali e ai sacerdoti le modalità, le tappe, gli strumenti, le celebrazioni, gli incontri, le opportunità. Mi guardano straniti, mi chiedono a quando chiarimenti e precisazioni, rispondo e rifletto.

La prima impressione che ho ricevuto e trasmesso è quella di un grande organigramma zeppo di adempimenti, poi una frase mi illumina: "una comunità che affida il suo essere missionaria alla maturità di fede dei suoi laici allarga indefinitamente le proprie potenzialità missionarie perché può arrivare alle famiglie, agli ambienti di lavoro, agli spazi della cultura, della vita amministrativa, scolastica e sportiva..."

In un momento in cui i cambiamenti socio-culturali sono così improvvisi e decisivi da gettare nello smarrimento non solo ragazzi e giovani, ma anche gli adulti, occorre scommettere su persone mature nella fede che sappiano spendere questa loro personalità nei diversi ambienti di vita. Maturi nella fede cristiana, non perché non ci possano essere persone mature al di fuori della fede, ma perché questo dire di sì a Cristo in ogni epoca ha portato ottimi frutti, persone.

Il vescovo ci indica come indispensabile riferimento per la maturità della fede: conoscenza della Parola, pratica dei sacramenti e la testimonianza nella vita quotidiana. Ci troviamo così chiamati a sviluppare l'aspetto conoscitivo, affettivo e comportamentale, in contrapposizione ad uno sviluppo parziale della fede. Questa diventa fonte di saggezza e di senso e giunge a formare persone capaci di valutare, discernere e operare in senso evangelico.

Una persona,al termine della scuola, ben sapendo quali problemi educativi siano oggi in campo tra i ragazzi, mi offre il testo di una conferenza tenuta da un genitore e docente in una parrocchia di Milano. Da questo numero la proponiamo in seconda pagina con un susseguirsi di puntate. Invece di tante recriminazioni o frustrazioni sull'educazione di ragazzi e giovani, potrebbe essere opportuno passare il testo di questa conferenza e parlarne.

La Chiesa, in questo momento storico, ha un compito importante: presentare figure credibili di "apostoli" che tornino a porre il lievito nella pasta, favoriscano la crescita del granello di senapa, separino i pesci buoni dai cattivi, credano che la grazia di Dio è più forte di ogni difficoltà.

E' più che ovvio che, essendo coinvolto in questi pensieri, mi renda disponibile a chi cerchi un confronto, voglia iniziare un cammino, cerchi una via d'uscita.

don giorgio

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