I limiti dell'amore
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.35 del 2 maggio 2004

"L'amore ha dei limiti se non quelli che gli diamo noi".
Questo detto provoca in me una carrellata di situazioni, persone,
che nei tempi e luoghi più diversi mi è capitato di incontrare. Credo di avere
un animo in cui sia più vivo il ricordo degli eventi di segno positivo mentre
quelli normali e di segno negativo finiscono per starsene in mucchio e, dopo
un po' li dimentico. L'amore di segno positivo, direi quasi senza limiti,
l'ho toccato con mano: nell'anziano che si è fatto dedizione totale per la
moglie inferma che, con un fil di voce.riconosce che è troppo buono; nella
persona che, nel momento in cui è in gioco la vita, non pensa a sé ma alla
persona cara di cui ripete il nome, preceduto dall'aggettivo possessivo; nella
fedeltà del coniuge che, abbandonato per un'altra convivenza, rimane perché:
"Dio me l'ha affidata per sempre"; nell'ostinata solidarietà dell'amico che
non si scoraggia di fronte ai ripetuti fallimenti dell'amico ma lo garantisce
con la vicinanza; nella dedizione generosa di un volontario che non conosce
altra parola che quella della solidarietà. Potrei continuare e mi piacerebbe
che il TG raccontasse, invece di orribili misfatti, queste vicende di dedizione
senza limiti, dove è dato cogliere lo spessore sempre attuale del Vangelo
che si aggiorna con nuovi episodi di amore dove i limiti sono dati dalla natura
che necessita di particolari attenzioni, dalla condizione sociale o economica,
dal tempo e da altri doveri. L'amore conosce anche i limiti di carattere e
indole, sentimenti e stati d'animo, abitudini e pigrizie, desideri e aspirazioni,
indisponibilità e chiusure. In una parola è l'egoismo con le sue ragioni e
attese, rivendicazioni e possessi a determinare tutta una serie di meschinità
che male si accompagnano con una realtà che attende solo disinteressata premura.
Potrei ora iniziare la litania di fatti in cui si vive l'immediata percezione
dei limiti posti all'amore dall'egoismo. Esistono professioni sopportate,
senza alcun aggiornamento, in una routine gestionale che mortifica iniziative
ed entusiasmi; vite familiari segnate da incomprensioni e litigiosità, trascuratezza
e freddezza, senza riconoscere un tentativo o uno sforzo per uscirne; età
giovanili, anziane o adulte segnate da rassegnazioni, stanchezze, luoghi comuni
e lamenti senza accogliere il presente ancora ricco di possibi- lità; realtà
benefiche inquinate da questioni, litigiosità, affronti senza riaccogliere
o rinnovare le motivazioni ideali degli inizi, Nella prima lettera di San
Giovanni c'è un'espressione che definisce i cristiani come coloro che hanno
creduto all'amore. Proprio nel giorno in cui i nostri bambini vivono il loro
primo incontro con Gesù nell'Eucaristia, forse occorre riprendere la determinazione
di persone che ad ogni costo, in ogni circostanza, con ogni persona, scelgono
e vogliono essere coloro che credono all'amore.
Lo chiedono a noi gli occhi spalancati e innocenti di questi
piccoli che, con fiducia accolgono Gesù e chiedono di incontrarlo accogliente
e premuroso in noi adulti.
don giorgio