La verità nella carità
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.29 del 21 marzo 2004

Ti fermano per strada e ti chiedono: "che cosa è successo
nella tua via. " ; si aspettano notizie su un comune amico; ti riportano una
novità con lo stupore per la tua ignoranza del fatto; indagano per conoscere
le tue opinioni e reazioni; attendono un particolare inedito; pensano di trovare
conferma; riportano con aggiunte personali; invadono la tua vita con decisione
euforica senza chiedersi in quale stato d'animo ti trovi; approfittano della
tua presenza per una chiaccherata...
C'è un grande bisogno di comunicare e di vivere relazioni:
questa è la verità. Certo le curiosità, gli interessi, l'aggiornamento, le
notizie sono pure parte del nostro esistere, ma il bisogno vero, la fame e
la sete, la necessità è: incontrare. Demoliscono una casa, avviene un incidente
automobilistico, intervengono per un restauro, operano uno scavo, sostituiscono
un'insegna, aprono un negozio, evidenziano una notizia locale davanti all'edicola,
parlano dell'ospedale pretura nettezza urbana piano regolatore, c'è sempre
gente che si informa e commenta. In alcuni casi le risposte potrebbero essere
subito trovate chiedendo ad un addetto ai lavori, un vigile, ad un vicino,
ad un ufficio comunale. Ma come i giornali offrono di uno stesso fatto diverse
versioni, così per un'innata diffidenza, sembra doveroso chiedere per sapere.
Assomigliamo agli Ateniesi, presentati dall'autore degli Atti degli Apostoli,
sempre attenti e pronti a discutere le ultime notizie, questo il passatempo.
Di tuttaltro spessore sono i commenti sulle persone, sempre
per ricercare la verità. Tra tanti ricordi del passato ne propongo uno. I
genitori di una classe erano in grande fermento per un bambino con i pidocchi.
Si stava facendo un polverone terribile con pesanti conseguenze. Certo i pidocchi
c'erano ma tutte quelle ipotesi sulla famiglia servivano solo a fare del male.
La soluzione arrivò per la decisione di una mamma che avvicinò la famiglia
e i pidocchi scomparvero per lasciare il posto ad un'amicizia.
Insomma ci scateniamo sugli effetti e non leggiamo le cause,
anzi per rincorrere la nostra fame di verità, finiamo per fare tanto chiasso
senza giungere alla verità per la persona che, guarda caso, è sempre bisognosa
di relazioni e di voglia di comunicare.
Mi ha colpito un testo della liturgia quaresimale in cui ci
rivolgiamo al Signore dicendo: " Se aperti non ci pentiamo, se punisci non
resistiamo, allore tendi la tua mano a noi che siamo caduti, tu che, al ladro
pentito, apristi il Paradiso." Trovo in quella mano protesa il gesto vero,
la risposta all'attesa di un uomo che ha sbagliato ma non viene perseguito,
indagato, penalizzato per le sue colpe, ma alzato da un gesto carico di premura.
E' quanto ci attendiamo da Dio, ma è anche quanto possiamo
offrire agli altri. Può essere interessante sostare ad ascoltare dei commenti,
però occorrono persone che offrano tempo ed energie per fare arrivare alla
verità nella carità.
don giorgio