L'amore fa solo del bene

da Camminiamo Insieme - anno 21, n.25 del 22 febbraio 2004

Se riesco, vedo il telegiornale per stare al passo con il mondo e questa sera le prime immagini mi appaiono strane. Che ci fa il volto pacato e buono del nostro maresciallo dei carabinieri tra gente che si agita, urla, gesticola, alza strani cartelli? Il commento mi aiuta a realizzare che è in atto una manifestazione di "animalisti" indignati per la macellazione di un centinaio di montoni. Familiarizzo con le immagini e mentre distinguo luoghi conosciuti, comprendo che i contestati sono dei mussulmani che sono venuti per ritirare il loro montone da consumare in famiglia, in ricordo di Abramo che, chiamato a sacrificare il figlio Isacco, è fermato dall'angelo che lo invita ad offrire a Dio un montone.

Se i difensori degli animali invocano di non attuare l'uccisione per sgozzamento per evitare una lunga ago- nia, i musulmani chiedono di poter seguire le proprie leggi che vietano di mangiare carni di animali soffocati, Disposizione questa già presente nella Bibbia per la credenza che il sangue sia la sede dell'anima. Potremmo continuare a tentare di comprendere le ragioni del contendere. Mi sembra però importante operare alcune riflessioni. In breve tempo siamo usciti da un vivere sociale, segnato da tradizioni, mentalità, usi e costumi tipicamente "nostri", ereditati e trasmessi da padre in figlio ed ora ci troviamo immersi in un contatto con persone che vivono con la loro cultura e religione. Se nel luinese il fatto immigratorio è piuttosto circoscritto, ben diversa è la situazione dell'interland milanese, per indicare uno spazio a noi vicino; là in una classe di venti alunni, sette o otto sono immigrati da paesi extra comunitari. Questioni sul "crocifisso" nelle aule, sulla festa di Natale e quindi sul presepe, sul burka o su moschee, saranno ormai non più dibattute in televisione, ma nel quotidiano di un vivere sociale che sta cambiando. In questa società siamo chiamati a vivere con dignità, responsabilità, stima, rispetto, conoscenza, ma soprattutto con un agire motivato e chiaro. Già a scuola diventa doveroso presentare non in termini sommari, ma precisi e documentati il valore delle altre religioni, spiegando il significato di gesti, parole e simboli. Un sacerdote mi racconta di giovani che, avendo contestato la macellazione dei montoni, sottolineano indignati che anche i cristiani incoraggiano queste pratiche in quanto ascoltano quei ripetuto "ecco l'agnello di Dio che toglie i peccati del mondo" e come li toglie se non con il sangue. Posso capire la fedeltà ad un'idea, ma non al punto da non saper comprendere il significato di una frase del Vangelo!

E' doveroso accogliere la fede cristiana non come dato tradizionale, ma come adesione autentica e vera che ricerca cammini spirituali capaci di orientare e dirigere il nostro oggi. O per dirla con San Pietro che, in una sua lettera, ha un'espressione importante po'- noi: "sappiate rendere ragione della speranza che anima la vostra vita". Da una indagine promossa da Ernesto Olìvero emerge che molti mussulmani lasciano il proprio paese per ragioni religiose cioè per una maggior libertà.

Non facciamo incontrare loro muri insormontabili, contrapposizioni, ne qualunquismo religioso, ma una vita sociale animata e sostenuta dalla presenza meravigliosa di Cristo, a cui niente si deve anteporre perché Cristo è l'amore che chiede sempre rinnovata adesione a qualsiasi costo.

don giorgio

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