C'E' UN PO' DI DIO ATTORNO A ME
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.18 del 6 gennaio 2004
"E' già finito anche il Natale" è un'espressione della nostra
cultura che aspetta il Natale con la sua messa solenne, i regali, gli abiti
nuovi e il buon pranzo per arrivare a sera e ripetere la constatazione di
un altro Natale passato.
Ho incontrato sull'ascensore una signora con il rammarico di
non essere pronta per una degna accoglienza in occasione della benedi- zione
delle case. Entro, seguendo il suo accento straniero, e scopro i colori, le
luci, gli addobbi ben collocati. Di fronte alla mia sorpresa, siamo ancora
a novembre, mi precisa che per lei è importante l'Avvento, il tempo dell'attesa.
Diventa così d'obbligo rievocare la sua città tedesca con le piazze e le vie,
piene di luci e di suoni, con le corone d'Avvento nelle case e nelle hall
degli alberghi. Esco con una piccola, forse marginale constatazione: Natale,
se racchiuso in un giorno, finisce sempre per sfuggire di mano.
Quanto sarebbe bello riappropriarci del nostro Avvento ambrosiano
che, a differenza di quello romano, ci offre ben sei domeniche di attesa prima
del Natale! Tanti si immergono nella spiritualità dell'attesa e scoprono la
bellezza di questo stare protesi che offre già l'esperienza della vicinanza,
proprio come una madre che aspetta il figlio
. La sapienza racchiusa nel tempo d'Avvento porta al Natale
in modo sublime proprio perché ogni aspetto trova la sua giusta collocazione,
il sentimento fa vibrare l'animo, il gesto del donare non è veloce e furtivo,
ma attento e premuroso, anche per la coscienza che occorre donare qualcosa
di sé. Non è quindi attesa solo per preparare la casa, ma soprattutto se stessi.
Il più delle volte si pensa ad una buona confessione per arrivare pronti al
Natale ed è anche vero, occorre però che ci accorgiamo che l'incontro con
il perdono del Signore non è solo per fare l'importante comunione con Lui,
ma per offrire un volto nuovo, più aperto e cordiale, sereno e fiducioso a
chi ci è vicino. Allora Natale è una tappa meravigliosa da cui ci si distacca
non più da soli, per iniziare il cammino di un nuovo anno in cui Gesù continua
a donarsi a noi per portarci a poco a poco al suo livello di generosità. E'
il Natale di Gesù, ma anche il nostro e non solo come singolo, ma anche come
comunità cristiana, come Chiesa. Questa Parola ci ha accompagnato lungo tutto
il tempo di Avvento per arrivare a Natale e accogliere per noi i gesti umili
e semplici dei pastori che incontrano e sanno vedere in quel Bimbo il Salvatore
del mondo che viene per riunire e dare familiarità a questa nostra società.
Sempre durante la benedizione delle case, ricordo tante persone
molto anziane che, bloccate in casa, si lamentano per la solitudine senza
cogliere la forza e bellezza dell'essere Chiesa.
Siamo un po' tutti riservati però penso che sia possibile avere
qualche attenzione così da aprirci con fiducia a chi il Signore ha posto vicino
a noi e che forse non rimarrà per sempre un estraneo, dato che non lo conosco,
non so che tipo sia...
E' certo che il Signore me l'ha posto vicino perché tra noi
nasca un qualcosa. Dio non lo vediamo, ma a Natale c'è data la certezza che
il prossimo ci offre qualcosa che ci parla di Dio.
don giorgio