Non trascurare il poco che c'è

da Camminiamo Insieme - anno 21, n.16 del 14 dicembre 2003

 

In uno dei nostri periodici incontri tra sacerdoti del Decanato ho raccolto una efficace espressione: "non trascurare il poco che c'è".

Nel mio pellegrinare di casa in casa per la benedizione natalizia sto raccogliendo tante briciole di bene, vicinanza, premura, sensibilità, accoglienza, calore, sacrificio, fedeltà. A che mi serve questo raccolto? Lo custodisco nel cuore e comìncio a capire quella frase evangelica: "Maria custodiva nel cuore le parole di Gesù".

A fronte di energie e tempo donato, a volte uno si può scoraggiare perché non trova risposte o perché continuano i soliti ritmi e abitudini. E' la fede nella forza dell'amore che non costringe ma rispetta, che si impegna e sa attendere, superando una possibile crisi. Diventa di particolare sostegno trovare qualche vittoria nascosta ma importante dove, contro ad ogni evidenza, c'è chi continua a credere che l'amore è più forte perfino della morte. Trovo anche tante esistenze incerte e sballottate da venti così forti da non essere proponibile resistenza alcuna. Cosa fare di fronte a chi, invece di accogliere il tuo impegno costruttivo, rema contro o addirittura distrugge? E' in gioco la speranza che non è un desiderio ma una certezza. Certezza di farcela, certezza di non essere spazzato via ma trovare consistenza. Uno mi parla di reincarnazione e mi vuole portare in altre esistenze che dovrebbero purificarmi fino ad arrivare a meritare la felicità. Gli parlo dell'amore di Dio che mi accoglie e porta dove io non potrei mai arrivare anche dopo una serie dì ostinate e improduttive reincarnazioni. Sì, sono certo che i cristiani o sono coloro che credono nell'amore o diversamente sono quelli che finiscono per parlare e vivere come tutti. Basta poco. E' quel poco che Gesù chiede sempre prima di entrare in azione con il suo amore. E' una parola di fede, un grido di speranza, uno sguardo o un tirare il mantello, uno stare a guardare o un accettare di essere preso in considerazione; è comunque un accogliere la sua presenza. Vorrei tanto dire a me stesso: "non trascurare il poco che c'è". Ho bisogno anch'io di guardare nel chicco di grano la bellezza della spiga, di non fermarmi alle apparenze, di andare oltre. A volte trovo risposte meravigliose proprio là dove mi sarebbe venuto la voglia di passare oltre. So per esperienza, e lo tocco con mano in tante persone, che a volte basta il "poco" di una parola per mettere le ali ad una persona.

Siamo ormai nell'imminenza del Natale e il Gesù che sta nella culla è veramente "poco", ma sia i pastori che i Magi, gli Angeli o Maria non lo trascurano, ma lo onorano e per loro è già pace sulla terra.

Rimarrà nella tensione e nel tormento chi ha deciso che, ancora una volta, per Lui non c'è posto perché è troppo poco e non vale la pena di rinunciare a ben altre entrate e possibilità.

don giorgio

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