Il cielo comincia sulla terra
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.14 del 30 novembre 2003
Se per secoli gli uomini hanno cercato di attirare su di sé
la benevolenza del cielo, cioè della divinità, è solo con Gesù che il cielo
arriva sulla terra, cioè Dio si fa uomo. Non solo ma il suo messaggio ruota
tutto attorno al regno dei cieli, spiegato con parabole, reso visibile con
i miracoli, offerto in modo sempre più evidente con la sua persona: il regno
di Dio è qui. Ieri come oggi rimane l'incanto dell'azzurro del mare o degli
occhi di un bimbo, l'ampiezza di panorami chiari e luminosi, la sere- nità
di volti, la pace profonda di un cuore acco- gliente, la beatitudine di un
silenzio desiderato dopo tanto rumore. Sono piccole esperienze di cielo soprattutto
quando l'affanno sembra diven- tare legge di giorno e tormento perfino di
nette. Ho avvertito come tutti un brivido sempre più intenso fino a farsi
commozione, partecipazione, disagio, disappunto, rammarico, quando il telegior-
nale propone mercoledì 12 novembre i brevi ma intensi ritratti dei carabinieri
morti in Iraq per un attentato terroristico. Fa' terribilmente male che proprio
uomini in missione di pace siano stroncati così barbaramente quasi per cancellare
un po' di cielo su di una terra che sa troppo di inferno. Non sono ne retoriche
ne sdolcinate le immagini di giovanottoni che prendono tra le braccia i! magro
fagottello di un bimbo coperto con quattro stracci, segnato dalla fame o da
mutilazìoni, ma con il viso aperto e sereno, vero squarcio di cielo, aperto
da una cordialità e vicinanza così sentita. L'esperienza di quei volontari
osservatori, di cui ci sta parlando Padre Marco nella sua corrispondenza dalla
Palestina, è ferma presenza che anticipa e fa sperare in tempi migliori. "Beati
gli operatori di pace perché di essi è il regno dei cieli" è la chiara promessa
che Gesù offre per tutte quelle persone che operano in condizioni di tensione
senza perdersi d'animo, ne farsi risucchiare dagli egoismi più doverosi e
legittimi. Questo operare la pace non è solo nei confronti delle realtà più
difficili e pesanti che esistono oggi nel mondo, ma anche rispetto al nostro
quotidiano in cui non manca niente, ma ci sono grosse carenze di pace. Molti
dicono di stare bene, di non avere questioni; quindi di essere a posto. Ma
è impegnativo calare un po' di cielo sulla terra, far sentire che il cielo
non è un'assurdità, andare oltre l'orizzonte materiale, percepire la forza
dello spirito, fremere per una vicinanza, garantire una solidarietà, esprimere
gratuità, spezzare un'emarginazione, stare dalla parte del debole. Sono alcune
esperienze di cielo che incomincia dal.nostro quoti- diano. Sono molti o pochi
questi operatori? Mi commuovono tante piccole ma generose espressioni di solidarietà
che nel quotidiano trovano il loro terreno di impegno:
"Fa più rumore una quercia che cade di una foresta che cresce",
se sgomentano le cattive notizie, per grazia di Dio c'è una foresta di bene
che porta ossigeno a tutti.
don giorgio
