Ego vobis, vos mihi
da Camminiamo Insieme - anno 21, n.13 del 23 novembre 2003
Nella festa di Cristo Re ho proposto il motto dei monaci Camaldolesi:
io per voi e voi per me. E' la traduzione di quelle parole latine poste come
titolo di questo mio piccolo pensiero. Il silenzio freddo della sera ci avvolge
all'arrivo all'Eremo di Camaldoli nella montagna toscana a 1.100 metri. Ad
uno ad uno dodici dei venti comignoli si animano di fumo e suggeriscono la
presenza di monaci che qui vivono da un sorgere ad un calar di sole non per
una vacanza, ma per un anno dopo l'altro, giorno per giorno, ora dopo ora
di quell'unica vita che ci è concessa. Volgo lo sguardo alla gelida facciata
di pietra della chiesa e, là in alto, quasi in un cerchio solare le parole
del motto che spiegano e incantano, sorprendono e manifestano un qualcosa
di quel Cristo che non è lontano duemila anni, ma da duemila in modo nascosto
e però vivo si pone sulla via di ogni persona per proporre un appuntamento
che il più delle volte è disertato. Quando però è accolto, arriva a suscitare
modi nuovi di stare nel quotidiano. Ogni volta che il monaco camaldolese entra
in chiesa, davanti a quel " ego vobis, vos mihi" si sente chiamato ad "essere
per" che è ben compreso da chi ama. Percepire questo "io sono per te" può
cambiare la vita di uno che trova la persona giusta e insieme fanno un figlio,
insieme fanno famiglia. Già i famosi e tanto fantasticati moschettieri, nell'incrociarsi
delle spade, avevano un grido "tutti per uno, uno per tutti" che diceva la
solidarietà di fronte all' unico ideale. Anche di fronte ad un lavoro, non
certamente risolvibile da soli, è nata l'espressione "l'unione fa' la forza".
Ogni domenica ci ritroviamo alla messa perché la grazia di Cristo ci aiuti
a vivere l'esperienza di Chiesa così da non lasciare quel luogo santo, sentendosi
ancora soli. Lì abbiamo trovato quel Gesù che cerchiamo e ora vivere per Lui,
non significa moltiplicare preghiere, ma aprire il proprio giorno a quegli
incontri che, non il caso, ma il Signore ha preparato. Lui è l'io e noi siamo
quel voi che in Lui trovano la forza e la gioia di scoprirsi meravigliosamente
uniti. Siamo in funzione gli uni degli altri. "Il Signore ne ha bisogno" è
la risposta data dai discepoli al padrone dell'asino. Non possiamo permetterci
di escludere nessuno, visto che Gesù vuole avere bisogno persino di una bestia.
Se c'è gioia e attesa, soddisfazione e interesse quando uno è per noi, mi
sembra importante scoprire che il Signore stesso è dalla nostra parte. Lui
si impegna per noi perché a nostra volta ci decidiamo ad essere come Lui nel
nostro stare con gli altri.
Nascerà la consolazione di potere ascoltare qualcuno usare
le parole del salmo: "come è bello e da' gioia vivere insieme come fratelli.'
don giorgio
