Chiesa mostrami Gesù

da Camminiamo Insieme - anno 21, n.12 del 16 novembre 2003

 

Ricordo ancora in modo preciso e chiaro le conversazioni con il nostro attuale Arcivescovo, quando nell'agosto 2002 lo incontravo in Agra durante il periodo di riposo presso le suore di clausura.

Il ricordo è facilitato da una costante di allora e di oggi: possono essere anche tanti i cristiani che vengono a messa, ma sono molti di più quelli che non vengono. Da qui l'invito a riscoprire quell'andate in tutto il mondo. Un andare già caro a Gesù che muove incontro a persone e paesi, situazioni e città, garantendo a ciascuno che è lì per lui.

A distanza di un anno esce il Percorso Pastorale Diocesano con capitoli di indubbio interesse. Nelle giornate eucaristiche di fine ottobre, abbiamo meditato e pregato su Gesù vero Dio e vero uomo, nostro mediatore e Salvatore. Di fronte a tante confessioni segnate dalla ricerca quasi scrupolosa di distrazioni e dimenticanze, invidie e pettegolezzi, parole un po' forti e bugie dovute, abbiamo capito che è peccato dirsi credenti e praticanti e poi parlare di vita e di morte, di giustizia e perdono con un linguaggio non certo segnato dalla fede, ma da espressioni entrate da tempo nel linguaggio corrente. Arrivare al punto di operare il confronto tra ciò che normalmente riteniamo necessario e Cristo non è certo stata questione oziosa e comunque ben diversa da quel "ritenersi a posto" di tanti osservanti. Ora sta davanti a noi l'Avvento, tempo di attesa del Signore che viene ancora a noi e per noi non per convocarci davanti al Gesù Bambino di duemila anni fa per una commemorazione, ma per farci incontrare la bellezza del volto vivo di Cristo, presente sino alla fine dei secoli. La Chiesa è l'insieme di quei cristiani che hanno la responsabilità e la grazia di presentare oggi Cristo al mondo e all'uomo. Per troppe persone che non credono è decisivo incontrare chi crede in Gesù al punto da renderlo presente in ogni ambiente e occasione. A volte mi parlano di cristiani dalla vita segnata da disonestà o menzogna, ipocrisia o menefreghismo, intolleranza o prepotenza e mi accorgo che, accanto a esagerazioni, è doverosa la testimonianza di coerenza tra ciò che si crede e ciò che si vive non solo a livello personale, ma anche nel momento pedagogico in famiglia e a scuola. I settori economici o sociali, politici o sindacali, sanitari o assistenziali, imprenditoriali o lavorativi chiedono urgentemente volti di cristiani che come Cristo "passino facendo del bene e sanando". E' qui che diventa importante non limitarci ad un'azione tesa a conservare per non perdere, ma ad innovare. C'è nello scrivere dell'Arcivescovo la tensione verso una Chiesa che veda insieme giovani e anziani, bambini e adulti, superando gli steccati dei cosìdetti vicini e lontani, pronti ad accogliere tutti, riconoscendo che anche in noi la grazia di Dio fatica a vincere il peccato.

Avvento divenga il tempo in cui la Chiesa, cioè tutti noi, ritrovi la bellezza del volto di Cristo da mostrare ad ogni uomo che, coscientemente o meno, ci grida:" Chiesa, mostrami Gesù"!

don giorgio

Archivio


 

Torna alla pagina iniziale