Profumo di pulito

da Camminiamo Insieme - anno 20, n.39 del 1/6/2003

 

In un supermercato trovi di tutto: l'insalata già lavata e ripulita, pronta per essere condita; sughi appetitosi e primi piatti dagli accattivanti quattro salti in padella; polli allo spiedo e quantaltro fritto, arrosto, lessato; grissini d'ogni tipo e formato, sostitutivi del pane; detersivi, profumi...

Per un single che deve badare al tempo o per una famiglia che arriva, all'ultimo minuto, a casa dal lavoro, il carrello è ben presto zeppo e in attesa alla cassa.

Mi capita di incontrare questo spicchio di mondo con un appuntamento settimanale e ogni volta c'è un accostamento a prima vista irriverente ma, tutto considerato, non più di tanto, visto che questo ritmo, stile, modo di vita, pensiero da supermercato ha contagiato non solo l'esistenza ma anche la sfora religiosa.

A casa, per strada o in ufficio dico una preghiera, ricavo uno spazio tra i tanti pensieri, riprendo il respiro con una sosta in chiesa, constato l'ennesimo ritardo alla messa, sosto per sistemare l'ultimo rimorso con un atto di pentimento, scelgo con devota riconoscenza una candela per il santo di cui sono devoto, raccomando i miei cari e via verso un'altra sfera che può essere quella lavorativa, amicale, familiare, personale...

Siccome sono sacerdote questa sfera religiosa per me è enorme, occupa tanta parte della mia giornata, non per questo mi sento sereno perché incontro il rischio e allora corro ai ripari.

Il rimedio arriva dal bisogno di autenticità, semplicità, qualità, genuinità, freschezza, trasparenza che un supermercato suscita in tanti al punto da portarli a coltivare l'orto o a cercare alimenti sicuri.

Al mattino mi alzo un poco prima del solito per offrire al mio spìrito la freschezza dell'inizio e alla sera sosto in ginocchio a riassaporare le preghiere della mia fanciullezza.

Lungo il giorno cerco qualche spunto originale per favorire l'incontro con il Signore dei ragazzi della scuola, allungo il percorso per stare con la trasparenza del paesaggio, mi attardo per gustare la genuinità della fede di una persona, ritaglio una pausa per trovare ancora il calore della Parola del Signore, partecipo alle gioie e alle preoccupazioni, porto una parola di speranza.

Sento di uscire dalla sfera religiosa e avverto la forza della fede che muove le montagne del già fatto, provato, visto.

Questa fede non mi esenta da tanti limiti, fragilità, debolezze ma continua a farmi attento a ciò che è autentico.

In questo giugno la Pentecoste, il Corpus Domini, la Festa Patronale e poi a luglio la Festa del Carmine possono trascorrere con i loro ritmi e abitudini religiose, perché non scegliere di vivere un esame del proprio agire per arrivare ad una confessione che ridoni la freschezza e il sapore all' anima?

Così vivremo la festa, non con una cosmesi che sa tanto di trucco, ma con quel recupero di profumo di bucato, di faccia acqua e sapone, che lasci trasparire un animo bello, pulito e parli a tutti il linguaggio di vera festa, capace di coinvolgere in una grande serenità.

Questa è l'esperienza cristiana della pace che Cristo dona all'uomo perchè viva finalmente quell'unità personale a cui aspira.

don giorgio

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