I love la temperanza

da Camminiamo Insieme - anno 20, n.29 del 23/03/2003

 

 

Il percorso quaresimale si snoda proponendo ogni settimana le virtù cardinali. Un tempo erano raffigurate nelle chiese (vedi la facciata della chiesa di San Giorgio a Dumenza), scolpite ad ornamento sulle tombe o come elemento decorativo di fontane.

La personificazione della virtù, normalmente in figura femminile, si contrapponeva al vizio. Non basta pensare ad ideali o valori, invocare regole o pensieri positivi, occorre avere davanti agli occhi le virtù, rappresentate al vivo da qualche persona.

Molti portano con sé il desiderio di incontrare una persona povera ma ricca dentro, semplice ma sincera, debole ma sicura, modesta ma bella nell'animo, moderata ma responsabile.

Se questo bagaglio è cercato negli altri, rimane nel singolo una diffidenza a praticare le virtù per una sensazione di lontananza, posa, esteriorità, apparenza.

Certe rappresentazioni di santi, interpretazioni bibliche scostanti, persone fermamente irreprensibili ma dure, alimentano questa diffidenza.

In quaresima tante sono le occasioni per ricuperare la bellezza della virtù a partire da questo nostro foglio, aperto al contributo di tutti, all'omelia, al quaresimale, alla Via Crucis, al giovedì sera a Palazzo Verbania, dove con la collaborazione di insegnanti delle scuole di Luino, la virtù è illustrata con l'arte, la musica, la letteratura e le testimonianze, per suscitare riflessione e dialogo.

Provo ora a porre davanti al mio sguardo la virtù della temperanza che presiede a tutta la nostra vita, richiamandola a moderazione nell'uso dei sensi, della volontà, dell'intelligenza.

Il solo elenco dei vizi mostra il prevalere di ciò che è esagerato, smodato, insensato, istintivo. San Paolo nella lettera ai Calati legge i vizi presenti in una società lontana nel tempo, ma tanto simile alla nostra, con una differenza: là il terreno di coltura di questi germi era il paganesimo, ora è un cristianesimo assunto solo in modo formale e non nella sua forza e bellezza, evidente in tante grandi figure.

Così San Paolo elenca i vizi: "fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregoneria, inimicizie, discordia, gelosia, invidia, ubriachezza, orge e cose del genere, circa queste cose"

Nella lettera ai Filippesi affiora la proposta cristiana che attende la generosa adesione così da offrire evidente luminosità, su uno sfondo carico di tenebra: "tutto ciò è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri". E' interessante notare: "oggetto dei vostri pensieri"; riprende infatti una chiara indicazione evangelica che pone l'accento sulla purificazione interiore, perché è da qui che prendono avvio i vizi che possono essere contrastati solo da una ricca presenza di atteggiamenti buoni, generosi e trasparenti.

La moderazione proposta dalla virtù della temperanza sta incontrando un sempre maggiore e qualificato numero di sostenitori per motivi di salute, di linea, di correttezza, responsabilità e dignità.

Per un cristiano è decisivo riaccogliere il frequente invito di San Paolo a lasciarci guidare dallo Spirito di Cristo che ha a cuore il bene di tutto l'uomo, mentre quello del mondo cerca solo una parte.

"I love" è una espressione corrente e simpatica. Perché non accogliere questo "mi piace" la temperanza come castità, impegno, clemenza, sobrietà, umiltà?

Forse non tutti questi stili di vita mi sono chiari, non tutti li ritengo importanti, altri li penso superati. Però se ne condivido uno, mi metto a praticarlo. Per gli altri posso chiedere consiglio. Non è questione di faccia scura e seria, di rughe più o meno profonde, ma di un "I love" di un "mi piace la temperanza" che certamente mi farà bene.

don giorgio

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