La Tradizione popolare


È devozione antica quella che anche oggi viene manifestata alla Madonnetta del Ramoncello, in Santa Lucia di Piave e che fin dal secolo XVI, si era diffusa oltre i confini di Santa Lucia tra le popolazioni della sinistra Piave, nel territorio della Marca Trevigiana.

Nella tradizionale definizione Madonnetta, affiora una componente affettiva identica a quella che la gente dei nostri paesi manifesta quando nomina persone care.

Semplicità, umiltà, percezione di un intervento soprannaturale? Ognuno, e tutti e tre gli elementi, sembrano presenti all'origine di questa devozione popolare mariana. Tutto ebbe inizio nel luglio dei 1559.

Apparizione della Vergine del Ramoncello - Bepi ModoloSi racconta che nell'estate di quell'anno una giovane sordomuta, di nome Pasqua, testimoniasse una visione e un messaggio della Vergine Maria. Lo straordinario evento sarebbe avvenuto mentre era intenta a pascolare le oche nel suo campo detto di Ramoncello, situato a sud-est di Santa Lucia.

Si vuole che la Vergine esprimesse alla ragazza il desiderio di vedere innalzato in quel luogo una chiesa in suo onore, affinché la gente vi si recasse a pregare e fare penitenza.

Si narra ancora che la Madonna, ridate le facoltà di udito e di parola alla giovane sordomuta - come prova dell'apparizione - lasciasse sul posto un'immagine andata perduta (che una certa tradizione vorrebbe fosse la stessa tuttora venerata nella chiesa dei Ramoncello). Si dice che Pasqua sorpresa, commossa e felice sia tornata di corsa al paese, gridando a tutti la visione che la sua guarigione testimoniava. I paesani allora, guidati dal parroco, corsero sul luogo a pregare, a chiedere grazie, a cercare nuovi segni.

In seguito, per esaudire la richiesta della Vergine ed a ricordo dell’avvenimento straordinario fu edificato un capitello, successivamente incorporato nell'attuale chiesa.

Il merito di aver raccolto le versioni pervenute su tale apparizione va al santalucese don Attilio Gaja, al devoto Gian Battista Monti, rettore dei seminario vescovile di Vittorio Veneto e particolarmente allo studioso don Firmino Concini. Costui, in un suo lavoro sui santuari mariani in diocesi di Ceneda, soffermandosi sull'Oratorio dei Ramoncello riporta, tra l'altro, un'iscrizione in latino che sarebbe stata visibile sopra l'arco dei presbiterio nella stessa chiesa fino al 1888. Prima dell'avvenuta perdita causata dai passaggi di truppe militari o dai restauri voluti da monsignor Monti, la lapide riassumeva le vicende avvenute all'epoca dei cardinale Michele Della Torre.

Rettificando gli evidenti errori di trascrizione dei Concini (1558 per 1559, anno 111 per Anno IV, Beni Zucconi per Boni Zucconi), la lapide originale doveva presentarsi così:

ANNO MDLVIIII, DIE XXVIII JULII,
PONTIFICATUS SANCTISSIMI DOMINI NOSTRI PAULI
DIVINA PROVIDENTIA P.P. IIII, ANNO IIII,
GLORIOSA COELORUM REGINA, IN HOC LOCO APPARUIT
PASQUAE FILIAE BONI-ZUCCONI DE VILLA S. LUCIA,
UBI DIVINA ANNUENTE CLEMENTIA
INNUMERABILIA MIRACULA OPERANTUR.

AD LAUDEM ET GLORIAM
OMNIPOTENTISSIMI DEI PATRIS
ET FILIJ ET SPIRITUS SANCTI

E cioè:

IL 28 LUGLIO DELL'ANNO 1559
NEL QUARTO ANNO DI PONTIFICATO DI SUA SANTITA... PAOLO IV
LA GLORIOSA REGINA DEI CIELI APPARVE IN QUESTO LUOGO
A PASQUA FIGLIA DI BUONO ZUCCON DELLA VILLA DI S. LUCIA
DOVE PER GRAZIA DIVINA SI COMPIONO NUMEROSI PRODIGI

A LODE E GLORIA
DELL'ONNIPOTENTISSIMO DIO PADRE
E DEL FIGLIO E DELLO SPIRITO SANTO

Questa la troppo stringata fonte che finora giustificava storicamente la locale pietà popolare e la tradizione.

In occasione del IV centenario dell’apparizione sono state collocate all’interno della Cappella due lapidi, prima conservate nella chiesa, a ricordare e ad invitare i pellegrini alla preghiera:

 


L'ANNO DEL SIGNORE 1559
QUI APPARVE IL 28 LUGLIO
LA BEATA VERGINE MARIA
A PASQUA ZUCCON
E NEL IV CENTENARIO 1959
QUESTA LAPIDE E' POSTA
A PIO RICORDO

 


QUI CON DIMESSA FRONTE
O PIO FEDEL T'ARRESTA
QUI DELLE GRAZIE E' IL FONTE
DI DIO LA MADRE E'QUESTA
MIRALA, PIANGI E PREGA
CH'ELLA AI DEVOTI SUOI
GRAZIE MAI NON NEGA

 

 

Su come andarono le cose e quale fu la vicenda di Pasqua dopo tante straordinarie affermazioni offrono ora parziale risposta i pochi documenti pervenuti.

 


 

Il presente testo è tratto dal volume
"La Madonna del Ramoncello" di Innocente Soligon