La chiesa di Santa Maria del Soccorso fu costruita nella prima metà del XIX secolo come ringraziamento perenne alla Madonna per la cessazione di una terribile epidemia di colera che colpì la città di Livorno a partire dall’agosto 1835 e che seminò un ingente numero di vittime e determinò lo spopolamento della città. L’idea di costruire questo tempio votivo fu lanciata da un gruppo di cittadini mediante l’apertura di una sottoscrizione. Il progetto venne affidato all’Architetto Gaetano Gherardi, professore della scuola Michoniana, che offrì gratuitamente la propria opera anche per la direzione e la sorveglianza dei lavori. La costruzione doveva avvenire per mezzo del denaro e del lavoro offerti spontaneamente dai credenti.

La prima pietra fu posta il 28 agosto 1836, alla presenza del Granduca Leopoldo II, oltre alle autorità cittadine al completo. Il rito di benedizione fu presieduto dal Vicario Generale di Livorno Mons. Girolamo Gavi.

Il 22 giugno 1856 lo stesso prelato, divenuto vescovo di Milto ed amministratore della Diocesi di Livorno, consacrò la nuova chiesa.

Nel frattempo, il 21 ottobre 1854, il Gran Duca Leopoldo II emanò un rescritto, confermato il 1 febbraio dal suddetto Vescovo Gavi, con cui approvava ed ordinava l’erezione in parrocchia della nuova chiesa, assegnandole un Arciprete per Parroco, con un vice Parroco, tre cappellani, un chierico e due servi.

Ecco quali erano i confini della parrocchia secondo il suddetto Rescritto: «Il circondario della nuova Chiesa Parrocchiale di Santa Maria del Soccorso comprenderà tutta la Piazza sceso il ponte del Casone (P.zza Cavour), la Via della Pace (Via Ernesto Rossi), con le due vie Fagioli e Goldoni fino all’ingresso nella via Maggi, la Via del Corso Reale (Corso Amedeo), dalla Villa Attias, fino al cosidetto Ponte del Gasperino (Via Oberdan) all’ingresso della via del Muro rotto (Via Mentana) con il vicolo delle Gulgie, la Via dell’Origine, quella della Lepre e del Fagiano e quindi sino alle Nuove mura e lungo queste, dalla parte di Mezzogiorno, fino alla Barriera Maremmana (Piazza Matteotti) con la Via di Coteto e la Via Fonda (Via Serafino de Tivoli),, gtutta la Via della Barriera Maremmana (Via Roma) da ambo i lati con tutte le strade intermedie, dalla parte di tramontana fino alla Piazza della Chiesa di S. Maria del Soccorso con tutte le strade contigue a detta piazza e finalmente la Via Antonia».

Nel corso della Prima Guerra Mondiale la chiesa fu ridotta a magazzino, pieno di sacchi e balle di ogni genere. Fu riconciliata il 19 marzo 1921 e si rese disponibile il 4 novembre dello stesso anno per celebrare il funerale al Milite Ignoto.

Nell’ottobre-novembre ospitò il quadro della Madonna di Montenero, in occasione della “Peregrinatio Mariae” che attirò tutta quanta la popolazione livornese. Otto anni dopo, nel 1956, in occasione dei festeggiamenti per il centocinquantesimo anniversario della Diocesi di Livorno, ancora una volta l’Immagine della Madonna di Montenero fu traslata in città e ancora una volta fu collocata al centro della grande crociera di Santa Maria del Soccorso che di nuovo, rigurgitò di folla numerosa e vibrò di entusiasmo sincero, tanto da apparire inadeguata, nonostante la sua mole, a contenere, in circostanze del genere, così cospicue folle.

Durante il periodo della ricostruzione del Duomo, distrutto durante la II Guerra Mondiale la chiesa di Santa Maria del Soccorso rimpiazzò la Cattedrale, affinché vi si potessero svolgere le funzioni religiose e le cerimonie anche più impegnative, un tempo di esclusiva competenza della stessa distrutta cattedrale. Fu così che l’Arcipretura del Soccrso divenne la parrocchia più importante e più ricca di fedeli, valutati ad oltre cinquantamila, con una vivace ed attiva partecipazione dei giovani.

Queste sopra riportate in sintesi non sono che alcune delle principali notizie riguardanti la storia della chiesa e della Parrocchia di Santa Maria del Soccorso. Esse sono tratte (e possono essere ritrovate per esteso, con discreta documentazione fotografica) in un volumetto (ed. Ugo Bastogi – Livorno) scritto dal prof. Fabrizio Bernardoni ed intitolato “Il tempio votivo di S. Maria del Soccorso” che è possibile ricevere richiedendolo in parrocchia.

 

«E ora,

se non vuoi

restare solo

un ammiratore d’arte o

uno storico;

se vuoi essere un cristiano

sappi che questo

Tempio,

con tutto ciò che rappresenta,

con tutte le sue mani,

attende le tue per pregare,

per collaborare pastoralmente, per conservarlo nella sua

bellezza».

Mons.

Alberto Ablondi

Vescovo Emerito

di Livorno

 

 

 

 

 

 

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