Barbuglio, chiesa di San Nicola Vescovo

45026 Lendinara (RO) - ITALIA

 


Un po´ di storia...


S. Nicola Vescovo di Mira (Asia minore) visse nella metà del sec. IV. La sua biografia è molto vaga e il culto al Santo si propagò subito in oriente.


Dal 1087 alcuni mercanti trasferirono le sue reliquie a Bari ove fu eretta una meravigliosa basilica: da Bari la devozione si sparse in tutto il mondo.


Il primo accenno alla terra Barbulei lo troviamo nel 1294 in un accordo di pace fra il Comune di Padova e i marchesi estensi: Barbuglio sorge sulla arginatura dell´Adige, tra Saguedo e Cavazzana, nella giurisdizione ecclesiastica della Vangadizza.

Nella metà del 1500 fu eretto il primo oratorio: c´era già un crocchio di piccole case.

Fin dalle origini tra Saguedo e Barbuglio spunta una innata "allergia", tanto è vero che i barbugliesi, chiesto e ottenuto il placet dall´abate della Vangadizza e dal parroco di Saguedo, si uniscono in comune e, con atto rogato dal notaio Orazio Ferraccin l´8 febbraio 1558, fissano la dote da assegnare al parroco futuro: è il giuspatronato laicale di natura popolare, rimasto in vigore fino all´unità d´Italia.

L´ultimo eletto da comizio popolare fu don Giuseppe Morello il 2 febbraio 1868.


Con Bolla pontificia del 1567 è definito lo smembramento da Saguedo: nel 1569 si procede alla consacrazione della chiesa e alla nomina del Parroco: Don Carlo Mariazzi, prete romagnolo. Il vescovo Canani vi trova tre altari e il battistero: la casa canonica compare nel 1588 contemporanea alla nomina del II Parroco don Giacomo Manfrin. Iniziano nel 1572 i registri dei battesimi, nel 1590 è costruito il campanile.

Nel passar degli anni vari furono i lavori per rifinire e impreziosire la bella chiesa.


Nel 1762 fu allungata e alzata con un rifacimento quasi totale; misurava piedi 56 in lunghezza e 28 in larghezza, aveva 5 altari e la facciata era popolata di statue. Nel 1792, soppressa l´abbazia della Vangadizza, Barbuglio passò sotto la giurisdizione del Vescovo di Adria. Con bolla del 7 ottobre 1793 mons. Arnaldo Speroni concedeva al parroco don Giovanni Capretta il titolo di arciprete per sé e successori: era forse un premio anche a quei popolani per l´amore e la generosità dimostrata alla loro chiesa.

Gli abitanti sommavano a 386.


La chiesa attuale


Un decreto regio del 26 agosto 1875 delibera il rinforzo arginale dell´Adige, di fronte all´abitato di Barbuglio. Come conseguenza immediata deve essere demolito tutto il complesso chiesa-campanile-casa canonica e cimitero.


Le vicissitudini dei tempi e lentezze burocratiche rimandano l´attuazione dei lavori: se ne parla dopo la I guerra mondiale. L´autorità ecclesiastica non è presa alla sprovvista: già dal 25 giugno 1919 aveva presentato un preventivo di costruzione redatto dall´ing. Pietro Zerbini. Il processo verbale di accettazione è firmato dall´ing. Jorick Gasparetto per il Genio civile: per la Comunità firmano il vic. Spirituale D. Pietro Socal, Trambaiolo Romano, Zoppellari Cirillo, Zoppellari Antonio e Sacrato Orio per i capi famiglia, Trambaiolo Vittorio e Pietrozotto Antonio per la Fabbriceria.

Da marzo a giugno 1920 la demolizione è compiuta.


Senza chiesa, senza canonica e annessi comincia un autentico calvario per la Comunità di Barbuglio. Gli altari demoliti sono accatastati alle intemperie, la suppellettile sparsa nelle diverse abitazioni private. La liturgia si svolge in un ambiente angusto e umido, messo a disposizione della famiglia Pietrozotto.


In questa situazione di sfascio giunge il nuovo parroco don Nicodemo Beccegato (don Nico per la gente): come alloggio di fortuna trova un vecchio granaio e lì rimase per diversi anni, con pochi mezzi e immensi pensieri.


Comincia intanto la ricostruzione che diventa un avvenimento rocambolesco. La somma che lo stato rifondeva era di L. 160.000 così divisa: per la chiesa L. 115.000, per la canonica L. 30.000, per il campanile L. 15.000. Il progetto proposto, che ricalca in misura più limitata la precedente struttura, si perde nei meandri della burocrazia: d. Nico lo chiama "progetto Polini", ma tutto fa pensare che ne sia autore l´ing. Pietro Zerbini, nominato sopra, residente a Lendinara e che precedentemente aveva pure progettato la chiesa di Ramodipalo.


Si ripiega allora su progetto del geom. Broglio (non meglio identificato): il professionista assume anche in proprio la realizzazione dell´opera. L´inflazione galoppante e la lievitazione della manodopera, a seguito degli scioperi, porta il preventivo a L. 256.382: la disponibilità, interessi attivi e offerte varie comprese, è di L. 204.000. La somma è gestita dalla Prefettura.

Nel febbraio del 1923 iniziano i lavori. Elevati i muri perimetrali, rifinito il coperto in eternit, finirono anche i fondi: il Broglio, che non era un palazzinaro, smontò l´armatura e si disinteressò dei lavori. A quella povera gente e a quel prete rimasero una canonica mal rifinita e lo scheletro di una chiesa spoglia, senza altari, senza pavimenti e soffitti, senza serramenti e per di più un debito di L. 44.000 che, per una popolazione di solo 300 anime, in prevalenza braccianti e contadini, era una cifra astronomica.

Per don Nico inizia una vera "Via crucis": quante suppliche, quanti esposti, quante domande! Ha scomodato proprio tutti: l´aiutante del re, ministri e parlamentari, gerarchie fasciste e prefetti, sempre inseguito da creditori, diffidato da avvocati, pressato da scadenze bancarie.

Leggendo la corrispondenza c´è da chiedersi perché non sia finito al manicomio.

Il vescovo Anselmo Rizzi, che pur lui navigava nella miseria, gli fu sempre vicino, spesso con consistenti aiuti: ma gli interessi passivi fagocitavano tutto. Una schiarita l´abbiamo sul finire del 1925. Un gruppo di volenterosi guidati dal commissario prefettizio (così si firma) Luigi Bellinetti prende in mano l´amministrazione: si costruisce il pavimento con una gettata di calcestruzzo levigato, vengono approntati i serramenti e nei primi mesi del 1926 la chiesa, pur incompleta, era finalmente agibile.

A don Nico la soddisfazione di celebrarvi la prima Messa e di godere di un alloggio un po´ confortevole. Dopo alcuni mesi partì per altra destinazione. Solo verso il 1940 furono in parte e malamente ricomposti gli altari: avevano subito 20 anni d´intemperie e di manipolazioni ed è già un miracolo che qualcosa sia rimasto.

Il vero pavimento e il "cosiddetto" campanile sono rifiniture di don Filippo Roccato.


Notizie tratte da "Comunità e Chiese nella Diocesi di Adria-Rovigo", di Alberino Gabrielli Ed. Ciscra.


Elenco dei parroci che hanno svolto il loro servizio presso la parrocchia di Barbuglio:


D. Carlo Mariazzi 1567-1569

sostituto 1569-1571

D. Pietro Calese 1571-1575

D. Cesare Riccio 1575-1576

D. Pietro Pasi 1576-1580

vacante 1580-1585

D. Ludovico Monardi 1585

Monaco de´ Monaci 1585

D. Giacomo Manfrin 1585-1597

D. Giovanni Dalla Gigna 1597-1599

D. Antonio Toso di Lendinara 1599-1610

D. Fioravante Malvezzo 1610-1630

D. Francesco Pauli di Saguedo 1630-1633

D. Salvatore Fautelli 1633-1635

D. Paolo Zambon 1635-1640

D. Francesco Manfrin 1641-1669

D. Gio Batta Ferracin 1669-1676

D. Francesco Campion 1676-1685

D. Domenico Zuecca 1685-1687

D. Carlo Tessari 1687-1691

D. Angelo Renesto 1691-1695

D. Francesco Campion 1695-1702

D. Giacomo Pizzo 1702-1710

D. Carlo Grillo 1710-1720

D. Giovanni Marchetto 1720-1752

D. Ludovico Monardi 1752-1779

D. Giovanni Capretta, primo arciprete 1779-1794

D. Luigi Fontana 1794-1806

D. Luigi Delaiti 1806-1816

D. Giuseppe Zago 1816-1838

D. Gio Batta Bombonato, Vic. Sp. 1828-1829

D. Antonio Frinzi, Vic. Sp. 1830

D. Gio Batta Villa, Vic. Sp. 1830-1834

D. Secondo Grossi, Vic. Sp. 1834-1836

D. Giuseppe Brozzola, Vic. Sp. 1836-1843

D. Cristoforo Malavasi 1843-1853

D. Antonio Fusconi, Vic. Sp. 1853-1855

D. Nicato Baccaglini, Vic. Sp. 1856-1859

D. Emilio Miatello 1860-1865

D. Luigi Vanini, Vic. Sp. 1866-1869

D. Giuseppe Morello 1870-1918

D. Pietro Socal, Vic. Sp. 1918-1920

D. Nicodemo Beccegato 1921-1927

D. Daniele Nicolini 1927-1932

D. Emilio Pardini, Vic. Sp. 1932-1935

D. Antonio Nogherotto 1935-1944

D. Angelo Gallo, Vic. Sp. 1944-1945

D. Filippo Roccato 1945-1976

D. Pietro Padoan 1976-1986

Mons. Ennio Giusberti 1986-1996